Rovigo, Veneto  –   Due atomi di idrogeno legati ad un atomo di ossigeno: l’ACQUA, il miracolo più straordinario della natura. Impetuosa, irrefrenabile, inafferrabile, plasmabile, magicamente mutevole e infinitamente ingannevole. Elemento di vita  e fonte di bellezza per tutte le creature e le specie viventi.  
   All’inizio è un rigagnolo che si fa strada giù dal pendio scosceso della montagna. Poi diventa ruscello che gorgoglia fra i sassi e le rocce; cascatella che rimbalza spruzzando attorno gocce di luce mentre si affretta verso la pianura. Acque sorelle la raggiungono e a lei si mescolano nel viaggio verso il mare.
 All’acqua, alle straordinarie immagini che nascono dal suo impatto con la luce, all’ambiente acquatico e alle specie animali e vegetali che sostenta e protegge, Roberto Bottari ha dedicato innumerevoli fotografie, una piccola parte delle quali è oggetto della mostra Akkadueo attualmente allestita al Caffettiamo Foto Room, a Rovigo.
     Acque di lago e di fiume, di mare e di palude; acqua che scroscia e zampilla, che si accende di luci  nelle fontane delle più belle città del mondo. Acqua dolce che lambisce le insenature dai bassi fondali ricchi di molluschi. Fossi e acquitrini dove sguazzano anatre e cigni. Acque che si tingono dei colori del cielo nelle diverse ore del giorno, nel mutare delle stagioni;  che s’infiammano al tramonto e si tingono di smeraldo quando gli alberi vi si rispecchiano.
 Ma tutto questo non basta. Roberto Bottari non si accontenta di cogliere la realtà in situazioni di particolare fascino date dal riverbero della luce, dai colori delle nubi che nascondono il sole, dai riflessi delle cose che ondeggiano sull’elemento liquido. La passione per il dettaglio, la capacità di vedere oltre la semplice occhiata e attendere con pazienza quello che l’attimo fuggente potrebbe regalare trasformano, spesso, uno scatto in qualcosa di speciale. Ne sono eloquenti esempi il propagarsi e dilatarsi di forme e colori di oggetti che si specchiano su qualsiasi superficie liquida; il deformarsi dello scafo di una barca che si dondola all’ormeggio, delle facciate delle case che sull’acqua si sporgono. E come descrivere i getti d’acqua verso il cielo che ricadono in miriadi di gocce nelle vasche delle fontane che illuminano la notte nelle città più belle del mondo.
  Immagini che sorprendono e affascinano, che spesso richiedono una riflessione quelle che Roberto Bottari ha selezionato per la sua prima mostra del 2018, visibili fino alla fine di gennaio.  Sono piccole meraviglie i raggi di sole che si disperdono in lingue di fuoco allontanandosi da un’unica girandola multicolore. Ed è una meraviglia  lo scorrere sinuoso e morbido di lucenti masse trasparenti che traboccano da una vasca all’altra, sempre più grande, per realizzare un laghetto  in cui le ore del giorno si rispecchiano con il tremolio del campanile di una chiesa e le cime degli alberi  che punteggiano le aiole attorno. Illusioni che fluttuano sul marciapiede inondato dalla pioggia mentre un passante schiva le buche procedendo a testa all’ingiù. Un piccolo enigma le marezzature  che si allargano e rimpiccioliscono, che ribollono sul filo dell’acqua per frantumarsi e ripresentarsi più chiare o più intense seguendo l’umore del cielo e delle nubi. E procedendo sulla riva di un canale veneziano, protetta da una ringhiera di ferro, abbellita da motivi floreali,  ci accompagna  il profilo sghembo della struttura,  spinto e trascinato dalla brezza come la trama sfilacciata di un antico e prezioso tappeto.
Lauretta Vignaga