Le figlie Stefania e Patrizia

Rovigo, Veneto – 11 ottobre 2016

“Avremmo voluto scrivere queste righe quando Dino Mazzetto, nostro padre, era ancora in vita. Come spesso accade, però, non sempre le cose vengono fatte al momento opportuno.       Riprendendo in mano vecchi articoli di giornale degli anni 1984 -’87 e foto degli anni ’80 e ’90, io e mia sorella Patrizia abbiamo deciso di far conoscere, almeno in parte, quello che era il lavoro di nostro padre e la sua abilità di artigiano.  

   E’ stato il nonno Dante, suo padre, a insegnargli il mestiere tenendolo in officina durante l’estate; guidandolo nel trattare un pezzo di ferro con lima e martello sull’incudine. Lavorarono insieme per molti anni, realizzando cancelli e portefinestre per numerosi clienti della città. Con le verghe di ferro riusciva a creare anche oggetti delicati come i petali delle rose che, poi, prendevano la forma del fiore che si innestava nel gambo con le spine. E ancora: crocefissi, portacandele, oggetti di arredamento in cui non si scorgevano le saldature.

   A 56 anni nostro padre ha dovuto smettere di lavorare il ferro a causa di un infarto: il metallo era diventato materia troppo pesante da maneggiare e in officina era rimasto solo. Durante la convalescenza, complice il negozio aperto dalla mamma, cominciò a dedicarsi a un materiale molto più leggero: il polistirolo. Lo usava con maestria per creare scenografie nella vetrina del negozio di famiglia. In occasione dei concorsi che il Comune di Rovigo organizzava durante la Fiera o a Natale, sulle vetrine più belle, la mamma ottenne dei riconoscimenti per l’originalità degli allestimenti. In quegli anni, inoltre, al Cinema Teatro Odeon furono organizzate delle sfilate a cui il babbo partecipò con la realizzazione delle scenografie. E nelle serate di maggio creava, sul palco, scene fantastiche per pubblicizzare i costumi da bagno che si vendevano nel negozio. 

   La sua fantasia e ceatività erano talmente ricche che Il Gazzettino, il quotidiano locale, gli dedicò un’intera pagina. Ecco la descrizione: “Quando il sipario si aprì, il pubblico presente rimase senza parole: sul palco una fontana di circa 10 metri di diametro, con l’acqua che zampillava in sintonia con luci e la musica. Accanto sei modelle, in lingerie di seta, che tenevano in mano candele accese. Lo sfondo sembrava una parete di marmo collocata in un giardino”. “Mentre sfilava – racconta una delle figlie – una delle modelle si appoggiò a quella finta parete e, per qualche secondo, mio padre rimase senza fiato per paura che crollasse tutto”.  

   

Non erano, tuttavia, solo queste le abilità di nostro padre. Era appassionato di pittura, a cui si dedicava di notte, quando noi dormivamo. Soggetti preferiti: nature morte e i paesaggi della nostra terra, resi sulla tela con la pittura a olio con cui partecipò a rassegne in estemporanea. 

A Rovigo era molto conosciuto, sia per il lavoro di artigiano che per il carattere gioviale e il senso dell’amicizia. Alla fine di una giornata di lavoro era solito rilassarsi ascoltando musica classica al buio.

    La sua perdita, avvenuta lo scorso 23 settembre, ha lasciato un vuoto incolmabile. In casa, attorno a noi, ci sono i tanti oggetti che ha prodotto per la famiglia, testimonianze della sua presenza fra noi e dell’affetto che ci riservava. La mamma era la sua ragione di vita e ha avuto un ruolo determinante in ogni sua decisione.

     Grazie papà. 

Le tue figlie Stefania e Patrizia.