Rovigo, Veneto – Monaco, Vienna, Praga e Roma, luoghi dove si svilupparono i Movimenti Secessionisti come reazione all’arte ufficiale, alle convenzioni e allo ‘status quo’ che non dava spazio ai giovani, sono per la prima volta riunite insieme in un’ unica mostra, curata da Francesco Parisi, allestita a Palazzo Roverella dal 23 settembre 2017 al 21 gennaio 2018. Un evento che si avvale di 150 opere, suddivise in 4 sezioni, relative alle città in cui le Secessioni si svilupparono, che mettono in risalto differenze, affinità e punti in comune dei diversi linguaggi espressivi di quello che è stato il primo vero scambio di culture in Europa.
La mostra, promossa e sostenuta dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, in collaborazione con il Comune di Rovigo e l’Accademia dei Concordi, è stata curata da Francesco Parisi e resa possibile dalla prestigiosa collaborazione delle principali istituzioni museali europee. La presentazione ufficiale, a Palazzo Roncale, sede della Fondazione Ca.Ri.Pa.Ro. Palazzo Roncale, ha registrato il commento soddisfatto del presidente, Antonio Finotti, del sindaco di Rovigo, Massimo Bergamin, del presidente dell’Accademia dei Concordi, prof. Enrico Zerbinati. Folta la presenza, di personaggi della politica, della cultura, dell’associazionismo e della stampa locale.
Significativi i dati comunicati in apertura: “La nuova esposizione sarà totalmente diversa dalle precedenti sia per i contenuti che per la metodologia impiegata. Diversa, anche per l’impegno finanziario e temporale richiesto. Quattro i luoghi oggetto di attenzione: Monaco, Vienna, Praga e Roma; per ciascuno un modo peculiare di cogliere sensibilità e affinità, innovazione e differenze. Artisti europei di grande valore accostati ad artisti italiani, mettendo in rapporto realtà lontane, creando occasioni di approfondimento con opere che provengono dai più prestigiosi e rinomati musei e collezioni d’arte europei”. Legittimo l’orgoglio del presidente Finotti che, fin dall’inizio, ha creduto nel ruolo positivo che l’arte avrebbe esercitato sull’immagine di Rovigo e del suo territorio. ” In dieci anni di mostre – ha dichiarato – a Rovigo sono arrivati 461.607 visitatori che hanno conosciuto la città e il suo territorio e li hanno fatti conoscere nei luoghi di provenienza”.
” Il Secessionismo, quello viennese in particolare, è la risposta dei giovani artisti contro la cultura ufficiale al potere, dominata da un’avversione implacabile contro l’arte moderna” – è intervenuto Francesco Parisi introducendo il contenuto della mostra. “Esclusi dalle più importanti mostre annuali che si tenevano a Vienna, costretti a rimanere nell’oscurità, incompresi e maltrattati, i giovani artisti europei si costituirono in gruppi e si diffusero nei grandi centri di area mitteleuropea. Le Secessioni portarono nell’arte moderna, un dibattito nuovo e dinamico, nato da pittori e scultori ma anche letterati, che sostituirono le fisionomie artistiche tradizionali delle maggiori capitali d’Europa. La mostra di Palazzo Roverella analizza, per la prima volta in Italia in maniera completa, e illustra ad ampio raggio i diversi sviluppi che le Secessioni ebbero in Europa e in Italia. Si inizia con la ‘Secessione di Monaco’, datata 1892, che, al suo apparire non mostrava una fisionomia specifica. Presto, però, assunse quel piglio definito ‘Jugendstil, in omaggio alla rivista ‘Jugend’ su cui erano apparse le illustrazioni della giovane bohème monacense. Tra gli artisti principali compaiono Franz von Stuck, Ludwig von Hofmann, Kolo Moser e Theodor Heine. Le opere inserite sono datate tra il 1898 e il 1910.
A Vienna, la Secessione comincia a concretizzarsi verso il 1897. Fin dagli esordi, si propone come superamento di tutte le modalità espressive in voga, simbolismo compreso. Paladini del movimento sono lo scrittore Ludwig von Hevesi e il pittore Gustav Klimt, presente al Roverella con due straordinari dipinti e opere di grafica, come il manifesto della prima mostra della Secessione viennese. La femminilità era la bellezza per eccellenza: ori, lapislazzuli e il lusso folle avvolge ogni cosa. In mostra viene data particolare attenzione agli artisti autoctoni e rilievo alla pittura, la grafica e le arti decorative. Punto di riferimento gli artisti: Josef Maria Auchentaller, Egon Schiele, Carl Otto Czeschka.
A Praga, la Secessione prese forma con una serie di gruppi di artisti che, a iniziare dal 1890, cominciarono a manifestare idee in totale contrasto con l’arte ufficiale boema. Il gruppo ‘Manes’, l’apripista, cresciuto nell’Accademia di Monaco, si trasferì presto a Praga per riformare l’arte Ceca. Verso il 1910, nacque il gruppo ‘Sursum’, il più celebre e quello che accoglieva anime diverse. Si sviluppa il gusto per l’illustrazione , il disegno e l’incisione. Praga diventa un luogo di magia dove gli incubi diventano reali grazie alla centenaria tradizione occulta della città boema. In mostra, opere di Rudolf Adàmek, Jaroslav Harejc, Josef Vàchal.
Ultima a manifestarsi, la Secessione di Roma, 1913 – 1916, si lasciò contaminare da fremiti nazionalisti e dalla trasformazione del gusto portata dalla ricerca di equilibrio dei giovani artisti italiani, lontani dall’ avanguardia più rivoluzionaria. Tra gli autori presenti: Casorati, Enrico Lionne, Giacomo Balla con tre bozzetti del manifesto della prima secessione; Camillo Innocenti, Guido Cadorin. La prima Esposizione internazionale della Secessione fu l’occasione per vedere, per la prima volta, le opere di Matisse e dei post- impressionisti.
Lauretta Vignaga