Al Caffettiamo Photo Room un reportage sulla Papua Nuova Guinea, il paese dei cannibali .

 Rovigo, Veneto –   Dopo le straordinarie immagini di New York e le meraviglie della ‘Terra del Fuoco’, Roberto Bottari presenta, negli spazi del Caffettiamo Photo Room, le immagini di un reportage fotografico realizzato nella

Papua Nuova Guinea, paese dove, pur proibito, il cannibalismo è ancora praticato dalle tantissime etnie indigene.  Isola dell’Oceano Pacifico, parte della vicina Oceania, prossima all’Asia sud-orientale, la Papua Nuova Guinea è la seconda isola al mondo per estensione dopo la Groenlandia. Politicamente è divisa tra lo stato della Papua Nuova Guinea, appartenente all’Oceania, e la regione dell’Irian Yaya , parte dell’Indonesia , appartenente all’Asia. Il territorio si trova a nord dell’Australia, da cui è sepatato dal mare degli Arafura. dal mar dei Coralli e dallo stretto di Torres. In senso orizzontale è attraversato da rilievi montuosi con vulcani attivi. La vegetazione è di tipo  tropicale con notevoli foreste pluviali. Gli animali acquatici e terrestri costituiscono l’8% delle specie del mondo. Fra gli invertebrati, le farfalle rappresentano il 4,2% del totale mondiale .
    Si ritiene che gli attuali abitanti siano parenti genetici degli australidi e dei melanesiani; forse imparentati con le razze dravidiche dell’India. E’ probabile che i primi contatti con l’Europa risalgano al 1526/ 1527, quando l’esploratore portoghese  Jorge de Meneses diede al luogo il nome di ‘Ihlas des Papuas’, ‘ Isole dei capelli crespi’.Per diversi secoli l’isola non attirò l’attenzione delle potenze coloniali , fatta eccezione per i Paesi Bassi, la Prussia e il Regno Unito.

Nel 1906, La Nuova Guinea Britannica, diventata nel frattempo Papua, fu ceduta all’Australia, diventata da poco indipendente. Durante la 2^ guerra mondiale, le isole settentrionali e gran parte delle coste del nord caddero sotto il controllo del Giappone. Finito il conflitto, la parte sud – orientale della Nuova Guinea fu restituita all’Australia e diventò il territorio della Papua Nuova Guinea. La parte nord – orientale fu affidata all’Australia come amministrazione fiduciaria dell’ONU. Nel 1962, la metà occidentale dell’isola fu annessa all’ Indonesia, di cui oggi forma la provincia di Irian Yaya. Nel 1975, la metà orientale, con il nome di Papua Nuova Guinea, divenne indipendente. La Nuova
Guinea occidentale rimase legata all’ Indonesia.
 Sull’isola abitano 800 gruppi etnici con lingue e costumi diversi. Molta l’istabilità politica ed economica in un paese considerato tra i più corrotti al mondo. Per il turista, il problema più importante è la sicurezza  personale, dato che, pur proibito, il cannibalismo è ancora diffuso fra gli indigeni. La popolazione abita in campagna per l’84 %, mentre i giovani sotto i 15 anni sono oltre il 40%.
 La forma artistica più diffusa è la scultura in legno con soggetti antropomorfi , maschere, oggetti sacri custoditi nelle  case cerimoniali. che si trovano al centro dei villaggi.
  Le fotografie esposte al Caffettiamo riportano le immagini di giovani donne abbigliate con indumenti ottenuti con foglie, fiori e fibre vegetali, i capelli riccamente intrecciati e ornati con conchiglie e bacche. Per gli uomini sono frequenti collane di conchiglie, di unghie di animali, il corpo, in parte coperto da pelli di animali, e  dipinto con colorazione vegetale con sovrapposizione di disegni su tutta la pelle.
Lauretta Vignaga