Rovigo, Veneto –  Fotografie dalla ‘Fine del Mondo’ è quello che offre la mostra attualmente allestita nelle salette del ‘Caffettiamo Photo Room’ di Corso del Popolo, a Rovigo. Immagini straordinarie, raccolte dall’obiettivo di Roberto Bottari in occasione di uno dei suoi tanti viaggi attorno al mondo, che raccontano luoghi altrettanto straordinari e unici.  Obiettivo puntato su ‘Ushuaia, la città della ‘fine del mondo’, capitale della ‘Terra del Fuoco’, un arcipelago dell’America del Sud, situato all’estremità meridionale del continente e  politicamente diviso tra Argentina e Cile.
Per il visitatore, una città dal fascino incredibile, la più australe del pianeta, sorta sul lembo della costa meridionale dell’Argentina oltre la quale l’Oceano Atlantico e l’Oceano Pacifico si incontrano. Fondata nel 1884, si trova sulle rive del Canale Beagle, così chiamato dal veliero che circumnavigò la Terra al comando del navigatore Fitz Roy, che aveva a bordo il naturalista Charles Darwin.
  Oggi, Ushuaia è ricca di edifici moderni che svettano accanto alle antiche case di legno, costruite dai primi coloni. Ma quello che più affascina e coinvolge il turista è l’atmosfera ovattata che la avvolge, donando la sensazione di essere fuori e lontano dal resto del mondo. Sensazione rafforzata dai paesaggi naturali che stanno attorno, selvaggi e quasi inesplorati: il mare popolato di balene e pinguini, leoni marini che si possono guardare a distanza ravvicinata, a seconda del periodo dell’anno in cui ci si trova in quel posto. L’attrazione più straordinaria, tuttavia, è il ‘Parco Nazionale della Terra del Fuoco’,  dove si possono ammirare la flora e la fauna ricchissime di questo paese. Unico parco con coste marine, fu istituito nel 1960 e si estende per 63.000 ettari di superficie, suddivisa tra montagne scoscese e corsi d’acqua, valli e laghi profondi, pampas, insenature e piccole spiagge, bacini dallo scenario incredibile creato dalla mole imponente dei ghiacciai del canale di Beagle. Panorami inimmaginabili che alternano montagne innevate e spogli picchi rocciosi di color rosso che si specchiano nelle acque azzurre e trasparenti dei tanti laghetti  che riempiono le conche fra i sassi.
    Insediamenti umani sono testimoniati a partire dall’8.000 a.C. ma la scoperta ufficiale della Terra del Fuoco avvenne nel 1520, quando l’esploratore portoghese, Ferdinando Magellano, la raggiunse per la prima volta. Scorgendo dal mare gli incendi che gli indigeni avevano appiccato nei boschi, pensò che fosse loro intenzione tendere un’imboscata alla sua armata. Per questo chiamò quella terra il ‘Paese dei fumi’, diventato poi, ‘Terra del fuoco’.
Incredibile la bellezza, la maestosità e la potenza di quello che ci troviamo davanti agli occhi man mano che ci spostiamo da una fotografia all’altra: roccia rossa e picchi innevati che puntano aguzzi verso il cielo e le nubi che veleggiano  nell’azzurro intenso. Neve, ghiaccio e cascatelle d’acqua trasparente che riflettono la mole scura e imponente delle montagne attorno, sono aspetti ricorrenti di questi paesaggi, un richiamo al rispetto della loro singolare unicità e importanza per la salvaguardia del nostro pianeta.  Visione straordinaria quella del ghiaccio azzurro che emerge dal mare in piccoli isolotti e  unica la visione della banchisa polare, su cui stanno in fila i pinguini prima di lanciarsi nell’acqua in cerca di cibo. Travolgenti come la forza stessa della natura le Cascate di Iguazù avvolte da nubi di goccioline d’acqua.
  E bellissime le foto con le pecore al pascolo, i cavalli nella prateria  e i fiori rossi che punteggiano il terreno all’arrivo della primavera. Per concludere, non mancate di osservare  la foto che mostra, in alto,  un profilo di cime innevate tinte di rosso dal calar del sole, che si raddoppiano  specchiandosi nell’acqua del piccolo bacino presente nella parte bassa dell’ immagine stessa.
 La mostra è a ingresso libero e rimane allestita per un paio di settimane.
Lauretta Vignaga