Presentati i vincitori di prosa e poesia del Premio ‘Raìse’ 2017

  • Gian Albo Ferro, 1° premio prosa
Arquà Polesine, Rovigo ( Veneto) – Contro l’usura del tempo, il deterioramento e l’imbarbarimento dei neologismi del linguaggio del web; contro la progressiva perdita di contatto e conoscenza del nostro passato, o meglio delle nostre radici, legate alla terra e a un mondo fatto di tradizioni e rapporti semplici e solidali, il premio ‘Raìse’, giunto alla XXV edizione, si erge come un baluardo a difesa del dialetto polesano e di quelli di Lingua veneta. Diverse le iniziative avviate in anni recenti per difendere e diffondere questopatrimonio ‘genetico’, ed  encomiabile lo sforzo fatto, in questi 25 anni, dalle amministrazioni comunali che si sono succedute al governo del Comune di Arquà Polesine, nonostante le difficoltà incontrate e la tentazione, provata, di ‘lasciar perdere’.  “Si è deciso di andare avanti, equilibrando spese e benefici” – come ha dichiarato il sindaco Chiara Turolla aprendo il pomeriggio di premiazione del ‘Raìse’ 2017, sabato  9 settembre. Alle sue parole sono seguite quelle di Luigi Carlesso, segretario del premio ‘Raise’:  “Il dialetto rappresenta non solo la nostra tradizione e la nostra cultura. E’ la storia che hanno vissuto i nostri genitori e nonni; un patrimonio da trasmettere ai giovani di oggi e di domani perché l’uno e l’altro sono figli della storia e della vita passata, assieme al linguaggio che li ha connotati”.
     Rinnovato nella veste editoriale, il volumetto, che raccoglie i testi di prosa e poesia premiati in questa XXV edizione di ‘Raìse’, è stato arricchito dagli scritti di alcuni giurati del premio e di personaggi che hanno conosciuto e amato il nostro Polesine. Una pubblicazione che testimonia l’impegno e il desiderio dell’amministrazione di sostenere la cultura e tutto ciò che la rappresenta.   La giuria del premio era formata da: Ivo Prandin, presidente onorario; Sergio Garbato, presidente; Natalia Gennari Periotto, Francesco Lanzoni, Antonio Dimer Manzolli, Arnaldo Pavarin, Enrico Zerbinati. Luigi Carlesso, segretario. Fotografo ufficiale del premio Luigi Piombo.
     Entrando nel vivo della manifestazione, sono stati presentati il segnalato e i vincitori della sezione ‘Poesia’. Segnalato: Gian Albo Ferro, autore di ‘Nona Argia’: un viaggio a ritroso nella propria storia di ragazzo e di bambino in cui la nonna è stata un costante punto di riferimento, Composizione ricca di immagini colorate, rese vive da struggente nostalgia. Terzo classificato: Alessandro Zoppellari con ‘A fadiga’. Brandelli di passato che tornano alla mente senza rimpianti, ma con il cuore proteso verso nuove speranze. Secondo classificato: Paola Munaro per : ‘Ringrazia el to Dio’. I naufragi nel Mediterraneo di oggi riportano alla mente dell’autrice le paure delle alluvioni del passato, spesso seguite dalla necessità di lasciare la propria terra, cercando un futuro. Esperienze dolorose che accostano identità e linguaggi diversi al dialetto che si trasforma nel comune mezzo di ringraziamento a Dio. Primo classificato Annalisa Pasqualetto . Brugin, con ‘La Mosca d’oro’. Onori, vittorie, feste, lusinghe con cui la guerra ha cancellato tanti sogni e canzoni, oggi sepolti in un campo di croci. “‘Ricordatevi di noi” – sembrano chiedere quelle croci tutte bianche e uguali. La vita, però, è altrove; nel campo c’è solo silenzio e il ronzio di una mosca dorata che si infila tra i petali di una rosa e si addormenta.
Per la prosa è stato segnalato Umberto Pilatti con ‘ Più siori quando jerino poareti?‘  Confronto tra il modo di vivere e le possibilità di spesa di ieri e di oggi che si conclude con il dubbio che si stia davvero meglio oggi, considerando l’egoismo, le preoccupazioni e le paure che accompagnano l’agiatezza. Terzo classificato: Maria Rosa Fonso, autrice di ‘ Sbreghi ca cuse’. La vita difficile di una ragazza cresciuta in una famiglia disgregata. Errori e colpi di testa la portano in prigione, dove, però, impara un mestiere e riscatta la sua vita. Daniela Altieri ha conquistato il secondo premio con ‘Me sorea de Ociobeo’. Prosa che racconta con ironia il diverso modo di vivere e gestire casa e famiglia da parte di due sorelle, una delle quali, trasferitasi a Occhiobello, assume il dialetto e le usanze dei ferraresi. ‘Con la vita tribolata di Bepin’ Terenzio Stefani ha ottenuto il primo premio per la prosa. Un racconto divertente e ironico sul sogno di Bepin, strenuo lavoratore ma sempre povero in canna,  di possedere un tosaerba degno di quel nome. Grazie a un biglietto del ‘Gratta e vinci’ realizza il suo sogno ma le cose prendono una piega diversa. Per ciascuno dei sei premiati una prestigiosa scultura appositamente realizzata dall’ artista Denis Raccanelli.  
 A concludere il pomeriggio le testimonianze di due maestre della scuola primaria di Arquà Polesine – Chiara Budri e Loredana Spada – che, con l’aiuto dei nonni dei bambini delle terze classi, hanno avviato, durante l’anno scolastico, un progetto di recupero del dialetto, intitolato ‘Voto ca ti a conta……Le nostre Raìse’, un confronto tra la scuola di una volta e quella di oggi.
Lauretta Vignaga