Rovigo, Veneto – Resta poco più di un mese per visitare lo straordinario evento d’arte ospitato a Palazzo Roverella. ‘I Nabis, Gauguin e la pittura italiana d’avanguardia’, si concluderà, infatti, il prossimo 14 gennaio 2017, un evento che sta appassionando migliaia di visitatori che arrivano in città da tutte le regioni italiane.  Organizzata e promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, la mostra offrespeciali condizioni di visita in occasione del ponte dell’ 8 dicembre, con l’orario di visita dalle 9 alle 20; visite guidate per singoli visitatori alle 10.30 – 15.30 – 17.30. Biglietto di ingresso a 9 euro e visita guidata a 4 euro a persona . Per le famiglie, biglietto di ingresso a 9 euro; fino a 3 persone pagano i genitori; oltre le quattro persone, pagano i genitori + un figlio. Visite guidate a 3 euro a persona. Per le visite guidate è obbligatoria la prenotazione (0425 460093; info@palazzoroverella.com).
Paul Sérousier, donna bretone
Paul Sérousier, donna bretone

In riferimento alla mostra: ‘I Nabis, Gauguin e la pittura italiana d’avanguardia’, per chi non l’avesse ancora vista è da sottolineare il carattere profondamente innovativo che la connota. Un percorso che racconta l’insofferenza di giovani artisti per quello che Parigi e la Francia rappresentavano tra la fine dell’800 e l’inizio del 900. Un concentrato di esperienze innovative e rivoluzionarie del pensiero, dell’arte, della poesia e della letteratura su cui si concentrava l’attenzione del vecchio continente. Una stagione straordinaria in cui l’ Impressionismo aveva toccato il suo culmine e si avvertiva il bisogno di qualcosa nuovo, di fresco e spontaneo. Nel giro di pochi anni nacquero nuovi movimenti: I ‘Nabis, I ‘Fauves’, il ‘Cavagliere azzurro’, le avanguardie tedesche e russe. La pittura non era più la natura nè la sua imitazione. Il suo ruolo doveva essere quello di esprimere e trasmettere sensazioni, sentimenti, passioni, stati d’animo senza preoccuparsi di proporzioni e prospettive.

    I primi a cercare semplicità e naturalezza furono pittori americani e nordici. In Bretagna trovarono natura e paesaggi sconosciuti. Scoprirono luci  e atmosfere diverse, i colori e gli odori dell’Atlantico, la semplicità della campagna e della montagna, scandita da lunghi silenzi, dal duro lavoro della gente su fragili barche in mezzo alle acque tempestose. Gli abitanti apparvero come personaggi innocenti e primitivi nel confronto con gli ambienti parigini. Ad affascinare gli artisti furono i colletti e le cuffie bianche delle donne, i simbolismi, la spiritualità e religiosità di un’ Arcadia incontaminata, austera e arcaica.
  Dalla Francia arrivò il gruppo dei ‘Nabis’ , ‘I profeti’ – nell’ antico linguaggio ebraico. La cittadina di Pont – Aven, loro punto di riferimento, divenne la sede di un’accademia spontanea dove si scambiavano idee, discorsi e giudizi, si sperimentava la pittura passando dal primitivismo all’esotico, dal misticismo cristologico al ricordo di religioni arcane e misteriche. 
       Nel 1885 in Bretagna arrivarono Paul Gauguin ed Emile Bernard per sperimentare il nuovo linguaggio espressivo di un’arte semplificata, dal disegno sintetico, i colori piatti e luminosi. I soggetti hanno linee sinuose, contorni marcati e chiusi, nessuna concessione ai dettagli. L’esperienza bretone lasciò segni profondi in chi l’aveva vissuta; nulla nell’arte fu più come prima. Tornati in patria, i nuovi profeti diffusero quel messaggio innovativo da cui è nata l’arte moderna. Da allora in avanti, l’arte, perso il ruolo di imitatatrice di ciò che ci circonda, divenne frutto della sensibilità dell’artista.
Felice Casorati, tappeto rosso
Casorati Felice 013
    Delle cinque sezioni che scandiscono il percorso espositivo, le prime due riguardano le origini del Sintetismo e la poetica dei Nabis; tra gli autori presenti citiamo: Emile Bernard, Paul Gauguin, Cuno Amiet e Maurice Denis. La terza sezione introduce i visitatori nella luce e nei colori della laguna di Burano, isola dove si spostano diversi artisti dopo l’ esperienza di Pont – Aven.  Gino Rossi fu il rappresentante di questo gruppo: nell’isola veneziana aveva ritrovato  la vita dura e austera, la religiosità primitiva della terra bretone. Esperienze condivise da Arturo Martini, Wolf Ferrari e Umberto Maggioli.
   Con lo svizzero Felix Vallotton la poetica dei Nabis si introduce fra le mura domestiche rifugio di amori e seduzioni, tradimenti e intimità domestiche. Al colore si preferisce il bianco e nero ed è il bianco a dare evidenza agli elementi che contano. Raccontare l’emozione è lo scopo finale.
   Protagonisti delle due ultime sezioni: il sintetismo di Oscar Ghiglia e Mario Cavaglieri; la semplicità nuova di Casorati, le nature morte di Cagnaccio di San Pietro, i suoi nudi assoggettati a una geometrizzazione ferrea che ne travisa la natura.
 Lauretta Vignaga