Lendinara, Rovigo – Veneto.   Inaugurata l’8 dicembre 2017, nella chiesa di Sant’Anna a Lendinara, la mostra di sculture di Carmine Tisbo dedicata al volto dell’uomo della Sindone, prorogata fino al 31 gennaio prossimo, esprime il coinvolgimento profondo ed emozionale che l’artista vive e sente dentro di se per quella immagine di estrema sofferenza che il credente ricollega al Gesù dei Vangeli.
  Un impegno di fede che verrà riconosciuto con l’esposizione di un’opera di Tisbo nel Museo della Sindone a Torino.
 Alla mostra era stato abbinato un incontro sulla Sindone e sul mistero che, all’alba del terzo millenio, quel corpo che vi sta impresso, ancora rappresenta. La domanda:’L’uomo della Sindone è davvero il Gesù dei Vangeli?’, tormenta da secoli la coscienza e l’intelligenza dell’uomo ma, a Lendinara, in una saletta della Biblioteca ‘G. Baccari’, venerdì, 5 gennaio 2018, le cose sono cambiate. La risposta inoppugnabile e definitiva è arrivata da uno scultore, Sergio Rodella: “La Sindone ha davvero avvolto il corpo di Cristo, morto sulla croce, nelle 36 ore della deposizione nella grotta”.
Da sx Emilio Lazzarin con Pierangerlo Giarola

A  partire dalla fine dell’800,  con lo sviluppo della scienza, della ricerca scientifica e le nuove tecnologie, la Sindone è diventata l’oggetto più indagato da scienziati

   e ricercatori di tutto il mondo senza che nessuno abbia ancora capito come si sia formata l’immagine del corpo dell’uomo che vi sta impressa. Ricreate tutte le condizioni che hanno caratterizzato le ultime ore di Gesù sulla terra, prima della resurrezione, il telo della Sindone che avvolgeva il corpo di Cristo nel sepolcro,  si è comportato come il primo rullino fotografico della storia: c’era l’immagine di un corpo ma non c’era il corpo. All’esperimento mancava anche  la luce, perché la luce si sprigionava direttamente dal volto; nessuna altra luce era presente ai lati del corpo. 
      Allo scultore Sergio Rodella, da tempo interessato all’uomo della Sindone, Giulio Fanti e Gian Maria Concari, autori di numerosi articoli sulla Sindone, hanno proposto di provare se era possibile ricostruire la posizione del corpo sul sacro lino.
  ” All’inizio, pur se  credente,  ero piuttosto perplesso” – ci ha dichiarato lo scultore nel corso di un breve colloquio telefonico che abbiamo avuto con lui. “Dovevo capire come erano avvenute le distorsioni. La ricerca è durata due anni e alla fine mi ha dato ragione sulla tesi primitiva: l’uomo deposto nella Sindone era effettivamente Gesù”.
   Una scoperta davvero imprevedibile, destinata a cambiare molti punti di vista e a suscitare polemiche e discussioni all’infinito ma la verità è e resta una sola.
 Ed ecco come Rodella ha portato avanti la sua ricerca: ” Con del fil di ferro ho misurato le varie parti del corpo impresse sul lenzuolo, riscontrando numerose anomalie: la testa è risultata  più grande di due centimetri rispetto a tutte le altre parti del corpo. Un braccio è risultato 6 cm più lungo dell’altro. Ho fatto l’impronta del volto di Cristo che avevo in studio e poi l’ho fotografato, cominciando a intuire che il volto sul telo è deformato per la distorsione dell’immagine. Misuro il volto di Cristo con il fil di ferro – 24 cm – poi segno i punti di riferimento delle labbra e del naso ed emerge che la misura del volto è 22 cm. e 24 quella della circonferenza cranica. Trovo altre misure sul corpo, soprattutto sulla linea che lo divide a metà”. Misure analoghe vengono eseguite sulla parte posteriore del corpo ed emerge che solo in una certa posizione di questo le misure corrispondono.  Creo, quindi, corpo con la plastilina e vi sovrappongo la Sindone e  la corrispondenza risulta  perfetta. Rifaccio  il modello diverse volte, impiegando sempre il fil di ferro, e mi accorgo  di aver risolto il mistero e di poterlo dimostrare”. ;
  “Ho fatto una mappatura della flagellazione – ha aggiunto  –  e ho capito che il flagello usato per colpire la parte anteriore è sempre stato lo stesso.  Sulla parte posteriore, invece,  i 91 colpi  inferti  sono opera di  flagelli diversi; manca però la proiezione laterale delle ferite fatte sul corpo di Cristo. Il foro sulla mano, inoltre, è sul metacarpo rispetto alla testa e ci sono ferite sul cranio e sulla fronte. Rimettendo insieme tutte le tracce di sangue sul corpo, tutte in piccola quantità, si intuisce che derivano da un lavaggio che ha sciolto il sangue e reso di nuovo fresco. E’, quindi, evidente che la Sindone ha avvolto un corpo vero, alto circa 180 cm. con una gamba più lunga dell’altra di 7 cm.”.
  I risultati raccolti da Sergio Rodella saranno, a breve, presentati in una conferenza organizzata dall’ Associazione dei Cavalieri Templari e poi in giro in Italia e all’estero.   ” Che  cosa si aspetta dalla pubblicazione della sua ricerca? ” – chiediamo ancora. “Ho dimostrato che la Sindone è autentica; per i credenti sarà una ulteriore conferma. Per chi non crede , mi basta aver dato il mio contributo dimostrando che non può trattarsi di un falso in quanto è impossibile realizzare un bassorilievo su un corpo in questa posizione. I due studiosi Giulio Fanti e Matteo Bevilacqua pubblicheranno la scoperta sulle riviste internazionali. Lendinara ha avuto una anteprima ma non ho potuto portare i reperti perché la ricerca  non è ancora di dominio pubblico .  E la chiesa?  – insistiamo.   “O ne prendono atto o la rifiuteranno, ……ma se questo succede dovranno trovare un altro percorso per dimostrare il contrario , confutando la rigorosità del sistema geometrico e l’applicazione dei teoremi.” – ha concluso.  
   Presente all’incontro, di venerdì 5 gennaio, anche Emilio Lazzarin, delegato per il Triveneto  del Centro internazionale di Sindonologia di Torino, che ha precisato che dalle risposte del medico legale, è emerso  che sulla fronte dell’uomo della Sindone ci sono tracce di sangue venoso e arterioso, che la ferita sul costato è stata prodotta da un colpo di lancia inferto ad un cadavere e che nella testa sono stati confitti più di 60 aghi – le spine della croce. non si tratta quindi di un dipinto ma dell’impronta di un corpo vero impresso  in negativo.  Altro ospite del pomeriggio, Pierangelo Giarola che ha tracciato il percorso storico della Sindone da Gerusalemme a Torino, dove oggi è custodita.
Lauretta Vignaga