Rovigo, Veneto – Venerdì 3 febbraio 2017, nell’ aula magna del Liceo Paleocapa, si è tenuto un partecipato incontro organizzato dagli studenti della Consulta Provinciale di Rovigo sul tema della Giornata del Ricordo.
Aperta agli studenti delle due ultime classi delle scuole superiori della Provincia, la mattinata ha preso avvio con i saluti della presidente della Consulta Chiara Legnaro, del vice presidente Elia Zampolli e della rappresentante del Celio Alberta Maria Bischero.
Floriano Cosmi, docente di lingua inglese al Polo Tecnico di Adria, cultore e ricercatore sulle vicende del confine orientale, socio ANVGD (Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia) e responsabile dell’Ufficio storico di Conselve dell’ANC (Associazione Nazionale Carabinieri in congedo), nel suo intervento “Nascondere la verità” ha parlato della congiura del silenzio sulle vicende del confine orientale dopo il 1943: gli infoibamenti, il clima di terrore istaurato dagli occupanti titini e il conseguente esodo di 350.000 istriani, giuliani e dalmati. La storiografia ufficiale ha volutamente dimenticato per oltre 50 anni il dramma di un popolo il quale ha pagato il prezzo della sconfitta di un’intera nazione dopo la seconda guerra mondiale.

Lorenzo Maggi e Francesca Pivirotto (archivisti e ricercatori, hanno curato l’inventariazione dell’archivio del Comune di Zara 1921-1944; Maggi è dal 2011 Delegato ANVGD per la provincia di Rovigo) hanno portato invece il loro “Omaggio a Zara” e alla Dalmazia, con la proiezione di foto e documenti del periodo in cui Zara era annessa al Regno d’Italia (1921-1944,) fino ai tragici eventi seguiti all’8 settembre 1943 e all’ingresso dei titini alla fine d’ottobre 1944, quando gli abitanti – dopo aver subito 54 bombardamenti da parte degli anglo-americani e le stragi perpetrate dai partigiani di Tito, lasciarono in massa la città.
Presente in sala era anche la signora Maria Schitarellich, zaratina residente a Rovigo: si è raccontato il periodo in cui, sfollata da Zara sotto i bombardamenti, viveva nella campagna intorno alla città in una capanna di fortuna; ed è stata ricordata la figura di suo padre Giacomo detto “Sime”, cui fino al 1948 fu impedito di lasciare la Dalmazia – nonostante i reiterati tentativi, perché necessario al regime in quanto valente elettricista.

Ospite d’eccezione è stato lo studioso dott. Kristjan Knez (storico e saggista, studioso della storia dell’Adriatico orientale tra l’età moderna e contemporanea. Direttore del Centro Italiano “Carlo Combi” di Capodistria, ricercatore del Centro di ricerche storiche di Rovigno e presidente della Società di studi storici e geografici di Pirano) che nella sua relazione “Il confine mobile dell’Adriatico orientale. Dal tramonto di Venezia all’età delle contrapposizioni” ha ripercorso la storia dell’Istria e della Venezia Giulia, spiegando la complessità della situazione e come queste aree etnicamente e culturalmente complesse abbiano pagato a caro prezzo i nazionalismi e i totalitarismi otto-novecenteschi e le lotte di potere fra stati.
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