Rimane aperta fino al 3 dicembre prossimo, nei giorni di sabato e domenica, con orario 15 -18, al palazzo del Manegium di Fratta Polesine,   la straordinaria mostra: ‘ Aspirazioni alla libertà, nel rispetto dell’individuo e dell’umanità’. Un tema trattato liberamente da pittori noti e da principianti, ciascuno con la forma espressiva più congeniale.  Il risultato è una raccolta di 52 opere pittoriche, 18 scultulture, realizzate con materiali diversi: legno, creta, ferro. Due opere in vetro della ditta Tomanin, di San Bellino; 10 foto tratte dal Book fotografico di Dino Bonfante; 3 dittici fotografici di Paola Mischiatti; testi di narrativa, poesie, articoli giornalistici.

    Diversissime le immagini scelte per rappresentare la ‘Libertà’. Per qualcuno è il galoppo sfrenato di cavalli con la criniera al vento; per un altro il volo dei gabbiani nell’azzurro infinito. Un altro, ancora, lo identifica con una mongolfiera che, placidamente, s’innalza fra le nuvole, oppure con la Statua della Libertà che mostra la sua fiaccola verso i cittadini del mondo.
Libertà significa vivere seguendo le proprie idee e aspirazioni, nella sicurezza della propria persona e del proprio ruolo.
Per i popoli governati da dittatori, libertà significa uguali diritti e doveri. E c’è la libertà economica, la libertà da violenze e soprusi in ambito domestico. Molto presente nella società di oggi, ma poco percepita, la libertà dal consumismo, dalle consuetudini e convenzioni sociali che ci avvolgono come una ragnatela. Libertà è anche il contatto senza limiti con la natura, l’espressione spontanea di noi stessi attraverso la creazione artistica.
   La libertà traccia il confine tra comandanti e comandati; tra il territorio degli indiani e le praterie degli uomini bianchi. Può essere assassina e può essere un sogno a cui ci si aggrappa per  non morire di disperazione. Per Ofelia, che decide di abbandonarsi alla morte, la liberà si trasforma in un cambiamento di prospettiva: scendendo verso il fondo del lago, la gonna del vestito si gonfia e la riporta verso la superfice dove acqua e cielo si confondono, eliminando il confine che li separa.  Per Doriano Tosarelli, libertà è anche un sogno dove ogni cosa può accadere e, attorno al letto della ragazza che sogna, c’è tutto un proliferare di cose, oggetti, animali imprevedibili, illusioni, ricordi di un tempo passato che solo nel sogno possono rivivere. Concludiamo con l’immagine di un gabbiano infortunato che plana con difficoltà verso la superficie dell’acqua per riposarsi o per cercare cibo. Il suo volo è giunto al capolinea e con quello anche la sua agognata libertà.
   Le due vetrosculture di Sandro Tomanin sono opere di raffinata eleganza in cui l’artista  elabora sfumature cromatiche, linee e forme di grande piacevolezza che raccontano sensazioni ed emozioni. Nella prima, alla base di un cerchio, che simbolicamente racchiude l’Universo, c’è un diamantino luminoso e, più in alto, sopra, il profilo ondulato di una
montagna e uno spicchio di cielo con nuvole e punti di luce. Tra la terra e il cielo un vuoto tortuoso, simbolo dell’erto cammino che porta alla vetta e del loro confondersi con il cerchio  nella perfezione e nella luce. La strada è aspra e difficile ma a portata di mano per coloro che non temono di sacrificarsi e soffrire per giungere alla meta.
opere di Natale Calesella
Opere di Natale Calesella

La seconda scultura rappresenta l’allegoria della vita e della libertà individuale. A tracciarla un gioco di luce e cromatismi preziosi e una rete di forma umane stilizzate. Verso il basso, la composizione è squarciata da una crepa i cui margini sono connessi da una meteora tondeggiante, esplosa nella parte superiore dell’opera, dove rimane una specie di oblò a offrire una possibile via di fuga verso l’ignoto. La vita ordinata e tranquilla protegge e aiuta gli individui ma, allo stesso tempo, ne incatena le aspirazioni e gli

ideali. Quando i tempi cambiano, però, tutto questo non basta più. Si torna a cercare la libertà, anche a prezzo di forti rinunce, Come avvenne per Icaro, anche le nostre ali si bruciano e ci fanno scoprire una nuova libertà di pensiero e la capacità di tornare ad essere noi stessi.
    Nella seconda sala del Manegium, le molte riviste, libri e scritti raccolti raccontano altri aneliti di libertà a cui ciascuno può ispirarsi o condividere. Al centro del tavolo c’è una scultura in legno che rappresenta un’aquila reale, simbolo di forza, lungimiranza e libertà. Di particolare interesse il materiale relativo al ’68, anno di grandi contestazioni sociali e politiche da parte dei giovani che volevano cambiare l’intero assetto del paese. In primo piano anche la rivendicazione delle giovani donne di decidere liberamente della propria vita.
   L’esposizione, infine, ospita 10 opere dell’architetto Natale Calesella, ispirate ad eventi storici nei Comuni del territorio del ‘Manegium’, dal Risorgimento ai giorni nostri. Da ammirare, inoltre, le sculture di Gianfranco Andreoli, ispirate alla fratellanza fra i popoli, collocate all’esterno del Manegium e all’interno. Opere di forte simbolismo e impatto visivo per la maestria nel forgiare e trattare i diversi materiali impiegati.
 ” Il progetto della mostra – ha spiegato la prof. Vitalina Altafini che si è assunta il compito, non indifferente, di interpretare, in accordo con gli autori, il pensiero sotteso ad ogni creazione partecipante – risale alla primavera di questo 2017. Tuttavia, la consegna delle opere da parte dei 41 partecipanti, avvenuta in massa allo scadere del termine dato, ci ha obbligato a spostare la manifestazione. Predominano i dipinti mentre scarseggiano i testi letterari. Chi visita la mostra, quindi, deve tener presente che non si tratta di una rassegna d’arte ma della libera interpretazione che ciascuno ha dato al concetto di ‘libertà’ e al valore che per ciascuno rappresenta. Idea o icona di quel bene universale  e inestimabile che la libertà rappresenta per tutte le creature viventi. Ai visitatori viene, così, lasciata piena libertà di condividere il tema proposto o dissentire sulle ragioni della scelta. Personalmente, è stata una esperienza molto significativa e gratificante che mi ha arricchito di tanti nuovi amici”.
Lauretta Vignaga