Rovigo, Veneto – Diversamente da quanto comunemente si crede, il cancro alla mammella non è malattia specifica dei nostri tempi, pur se è la patologia più diffusa in assoluto e la più frequente cagione di morte. A tracciare la presenza di questa terribile patologia nel corso dei secoli, è stato il dottor Enzo Facci, nuovo direttore della Struttura complessa di Chirurgia Generale dell’ULSS 5, intervenendo all’incontro di apertura di ‘Ottobre Rosa 2017’, sabato 30 settembre, nella sala S. Bellino del seminario vescovile. Una lettura magistrale seguita con grande interesse dai tanti sindaci donne, presenti in sala che, unitamente a tutti gli altri sindaci dei Comuni polesani, sostengono il progetto del Comitato Andos di Rovigo ‘Donne…..il seno di poi’ per diffondere la cultura della prevenzione. Presenti all’incontro anche numerose volontarie Andos – Associazione donne operate al seno – sempre pronte e disponibili a collaborare con la presidente, Anna Maria Cavallari Monesi, nella sua inestimabile attività di aiuto e sostegno alle donne con patologia mammaria.
    “Il cancro al seno è presente in tutta la storia dell’ umanità” – ha specificato il dottor Facci. “Il primo documento che ne parla è un papiro di 3.500 anni fa, il più antico trattato di medicina giunto fino a noi. Risale al periodo intermedio dell’Egitto, quando la capitale era Tebe. Un documento assolutamente unico e originale con un approccio moderno e prettamente scientifico alla malattia, alle ferite e alla cura della paziente. Edwin Smith, americano del Connecticut, aveva acquistato il papiro da un rigattiere nel 1862 e, nonostante conoscesse l’importanza del testo, non lo pubblicò mai. Dopo la sua morte, nel 1906, la figlia ne fece dono alla New York Historical Society.
Ippocrate separò la medicina dalle altre scienze a cui veniva collegata. Galeno cui si deve il nome ‘cancro’, dalla forma latina di ‘granchio’, che la morfologia del male ricordava, cominciò a preparare medicine con le erbe, affermando che quando il tumore è manifesto, tutti sono in grado di riconoscerlo ma il buon medico lo riconosce ancor prima che sia evidente. ” E questa è prevenzione” – ha sottolineato Facci.
    La descrizione fatta da Sant’ Agostino di una guarigione miracolosa, ci fornisce  una importante descrizione della malattia stessa.  Con H. Francois Le Dran si diffonde l’ipotesi che il cancro si manifesti per stadi successivi e, quando invade i linfondi, inizia la devastazione. William S. Halsted, nel 1894, contrastò la malattia con una mastectomia radicale. A lui si deve l’ introduzione  dei guanti di gomma nelle sale operatorie e l’ uso di morfina e cocaina per alleviare il dolore. La mastectomia dava discreti risultati ma la mortalità era  alta e lasciava deformazioni profonde tra il braccio e la spalla. Con gli anni gli interventi sono sempre meno invasivi e,  a metà degli anni ’90, l’intuizione del professor Umberto Veronesi sul ‘linfonodo sentinella’, quello che per primo viene attaccato dal cancro, si rivela vincente.Se i linfonodi esaminati danno risultati negativi, anche tutti gli altri linfonodi saranno negativi.
 “Oggi i trattamenti sono sempre più personalizzati perché  i tumori alla mammella sono diversissimi tra loro e la chirurgia si limita a togliere un quarto del seno e una parte del tessuto cutaneo attorno. Il resto è affidato alle cure dei radiologi” – ha spiegato Enzo Facci avviandosi alla conclusione. “Se la mastectomia è necessaria si provvede a inserire delle protesi o membrane durante l’intervento ma la decisione di intervenire chirurgicamente viene presa coralmente da un pull di esperti che valutano il percorso migliore per quel tipo di cancro e  quel tipo di paziente”.
    Tornando al tema del pomeriggio, la presidente Andos ha ringraziato tutti i Comuni del Polesine per l’adesione al progetto di informazione e sensibilizzazione che verrà svolto in 16 Comuni, assieme ad un vasto programma di visite gratuite per tutte le donne, che ne faranno richiesta fissando l’appuntamento per telefono.
   “L’ anno scorso sono state effettuate oltre 1000 visite in un arco di tempo prolungato fino a oltre la metà di giugno e quest’anno le
previsioni non sembrano diverse” – il suo commento. Quindi la  presentazione delle novità che renderanno speciale questo ‘ Ottobre rosa’.  “Grazie alla collaborazione con CNA, Impresa Donna,  rappresentata da Antonella Toffanello, e la disponibilità di alcuni panificatori, durante il mese di ottobre – ha annunciato Anna Maria Cavallari Monesi –  verrà prodotto e offerto ai clienti un tipo speciale di pane biscotto, fatto con farine alternative, ricche di sostanza nutritive, contrassegnato, sul sacchetto, dal bollino Andos”. Altra iniziativa di grande utilità, quella messa in campo da Mario Tenani, di Ottica Tenani: riguarda la fornitura gratuita di occhiali per correggere i disturbi visivi e lacrimali che possono verificarsi durante il ciclo  della chemio. Insieme agli occhiali, il kit di sostituti lacrimali. Infine, grazie alla disponibilità di un gruppo di giovani dell’ Associazione Rosolina Style Events, la proposta di aiutare le donne operate con un programma di attività motoria”.
  ‘Ottobre rosa’ si concluderà l’ 8 novembre, a Rovigo, con un importante convegno su ‘Cibo e psiche’, in collaborazione con Istituto Oncologico Veneto, di Padova.
  Il pomeriggio ha registrato, inoltre, la presenza e l’intervento di don Giulio Bernardinello, in rappresentanza del vescovo, Mons, Pierantonio Pavanello, con la sottolineatura dell’ importanza del pane, come nutrimento per il corpo che, nell’ostia consacrata, si fa cibo per lo spirito. I saluti dell’ assessore ai Servizi Sociali, del Comune di Rovigo, Patrizia Borile; di Antonio Bombonato, presidente della Conferenza dei Sindaci e sindaco di Costa; di Samantha Serpentini, psicooncologa dello IOV di Padova che si è definita: “Compagna di viaggio delle donne che devono affrontare il tunnel della malattia, affinchè il ‘dopo’ sia, per quanto possibile, meglio del  prima”.
  Per concludere, il grazie sentito a caloroso di Anna Maria Cavallari ai medici del Comitato scientifico di Andos e ai medici ‘prestati’ dall’Azienda Sanitaria ULSS 5; alle strutture sanitarie pubbliche e private che mettono a disposizione spazi per le visite senologiche; alle associazioni di volontariato e alle numerose volontarie Andos sempre disponibili a dialogare e prendersi cura delle donne che si ammalano e a collaborare  nell’organizzazione degli eventi di Andos. L’accensione delle luci rosa in sala, seguito da un momento musicale e dal rinfresco, ha dato il via a  nuove speranze di vita per tutte le donne.
Lauretta Vignaga