Arte a Ferragosto. Quattro pittori in mostra al Centro Commerciale ‘La Fattoria’.

Rovigo, Veneto –    La passione e il gusto per l’arte non mancano mai e, anche in occasione del periodo di Ferragosto, quando la maggior parte degli italiani decide di  partire per qualche giorno di vacanza, al Centro Commerciale ‘La Fattoria’ non sono mancati i visitatori e  potenziali clienti per la ricca esposizione di tele allestita da quattro artisti polesani  noti e conosciuti: Gian Manet Prina, Doriano Tosarelli, Claudio Tiberto e Giancarlo Brancalion. Ciascuno con temi, stili e techiche diverse; tutti ricchi di talento e abili nel creare suggestioni cromatiche e ambientazioni che rendono interessanti e affascinanti le loro creazioni.
 Doriano Tosarelli si impone all’attenzione del pubblico con soggetti che, da sempre, costituiscono la sua carta di identità. Paesaggi dedicati a città ideali, costruite l’una accanto all’altra, seguendo viottoli tortuosi che si arrampicano lungo i fianchi di pianori rocciosi emersi dal mare. Ogni casa si sviluppa in altezza; ha porte e finestre spalancate ispirate all’architettura classica ma nessun essere umano vi abita.  Dimore create per il silenzio e la meditazione; per un cammino che guida verso l’alto, verso la cima del monte che sembra toccare il cielo e, in lontananza, mostra la volta celeste che si piega a toccare l’orizzonte che  traccia il confine con il mare.
Gian Prina Manet ha portato in mostra una serie di quadri ispirati alla bellezza delle motagne, sia in inverno, quando sono ammantate di neve che all’arrivo della primavera, quando i rami degli alberi cominciano a ornarsi di gemme e i raggi di sole si fanno largo fra le nubi alla ricerca delle prime corolle. Vascelli che solcano il mare in tempesta, piegandosi pericolosamente da un lato e dall’altro; le vele sferzate dal vento e i lampi che guizzano fra le nubi scure. Accanto  si ammirano nature morte con deliziose composizioni floreali e, poco oltre, graziosi pannelli decorati a motivi floreali destinati a clienti stranieri.
 Claudio Tiberto ama i paesaggi, la campagna e le composizioni floreali che traccia con grande ricchezza cromatica, sia quando impiega i colori a olio che quando si serve del colore puro, non mescolato con l’olio e steso con la spatola,  particolare accorgimento che gli permette di conferire alla tela una superficie piuttosto ruvida e disomogenea. Inoltre, il colore nero, anch’esso steso puro con la spatola sulla tela da dipingere riesce ad emergere dalle irregolarità della superfice scabra su cui è stato realizzato il soggetto, tratteggiandone i contorni e accentualdo le varie tonalità cromatiche stendendole le une sopra le altre senza mescolarle in anicipo, sulla tavolozza. Una strategia che conferisce al soggetto del quadro, una volta finito, l’impressione di emergere dalla base su cui poggia, quasi fosse tridimensionale. Belli e piacevoli anche i numerosi  paesaggi di mare, alcune scene domestiche e le nature morte.
Piuttosto ampia e diversificata la produzione pittorica che Giancarlo Brancalion ha esposto in ‘Fattoria’. Pieni di luce e colori i paesaggi che ritraggono  i borghi dei pescatori della costa dalmata e le magiche vedute di Venezia circondata dalla laguna, su cui si specchiano cupole e campanili. Romantici gli scorci di calli e campielli illuminati dalla luna,  mentre  le gondole si cullano in disparte, in attesa del nuovo giorno.
 Capricciose e sbarazzine le ragazze che Giancarlo immagina per le sue tele. Eleganti e dal carattere deciso, scrutano il futuro  in attesa  di quello che porterà. E ci sono le signore, le donne belle ed eleganti che camminano sicure senza voltarsi indietro.  
Qualcosa, tuttavia, è cambiato di recente: la scelta cromatica di Giancarlo Brancalion si è attenuata, predomina il grigio, il beige chiaro, linee geometriche e pochi tocchi di verde e di rosso. Sullo sfondo delle tele predominano edifici antichi, a volte in rovina e abbandonati.  Scorci di ambienti urbani dove domina il silenzio mentre, in disparte, figure di donne stilizzate, di spalle o di fianco,  osservano immobili le poche cose rimaste a testimoniare una storia che  non c’è più.  Una anticipazione di qualcosa che avrà, di sicuro, altri sviluppi per la pittura  di Giancarlo Brancalion  di cui noi  restiamo, per il momento, in attesa.
Lauretta Vignaga