mostre di foto, ma anche luogo  di incontro e confronto.
 Rovigo, Veneto – Inaugurato da poco, lo spazio messo a disposizione degli appassionati di fotografia alCaffettiamo Photo Room, sta assumendo le caratteristiche di un vero e proprio luogo di incontro, dialogo e scambio di esperienze che vanno oltre le tecniche e i dispositivi fotografici. La presenza attiva di persone impegnate in settori diversi della cultura e dell’arte diventa stimolo per di programmare iniziative da condividere e promuovere.
Dopo  ‘Dettagli urbani’, l’esposizione di foto di Roberto Bottari con cui è stato inaugurato il ‘Caffettiamo Coffe Room’, è stato l’ambiente montano, interpretato da Dario Barin ad affascinare fotografi e pubblico convenuti alla inaugurazione di sabato 25 febbraio. Paesaggi di grande bellezza che testimoniano lo stretto rapporto che ci deve essere tra uomo e natura perché all’ambiente non venga mai negato rispetto e protezione.
  Le immagini dei boschi innevati, delle cime rocciose che fanno capolino tra le nubi che si allargano nelle vallate, i prati fioriti a primavera e le cascate dei ruscelli che Barin ci regala  fanno sorridere di piacere mentre, con la fantasia, immaginiamo di essere là. Scatti che raccontano la sua predilezione  per i declivi ondulati e le asperità delle cime; la luce che si riverbera sulla neve e i sentieri scoscesi su cui i mandriani  guidano le mucche verso l’alpeggio. 
 Introdotto da Roberto Bottari, l’amico di sempre, di Dario Barin è stato sottolineato il percorso di sperimentazione e formazione per cogliere immagini e situazioni che esprimessero stati d’animo, emozioni, condivisione  e quella particolare sensazione di essere  parte viva della natura e della sua bellezza. “Tanti i maestri fotografi che ha incontrato e seguito nelle  realizzazioni dei loro album, nelle loro ricerche  su ambienti e paesaggi che venivano commissionati. Numerosi  gli amici e i colleghi con cui si è confrontato per arricchire la sua sensibilità. “Giunto a questa fase del cammino,  dopo aver tanto fotografato e sperimentato – è intervenuto l’artista – sorge la necessità di chiedersi la ragione del fotografare. Di fare la sintesi di un percorso per andare oltre  tutto quello che è già stato e ripartire dall’inizio.  Ho sempre amato la montagna; ho camminato e fotografato cercando di cogliere quelli che erano momenti unici, pronti a mutare in una manciata di secondi. Le foto che espongo qui, oggi, sono una autentica novità, mostrate per  la prima volta perché qui non c’è l’ufficialità della galleria, solo la  semplicità del rapporto fra amici e l’autore si giudica dalle opere. Una foto non è la  semplice riproduzione della realtà, ma  qualcosa del tutto autonomo che nasce dall’anima  chi la realizza, guardando oltre la realtà. Sarebbe interessante – ha concluso, fare un confronto fra fotografi del passato e coloro che, oggi, si avvicinano per la prima volta a questo mezzo di espressione e comunicazione”.
Lauretta Vignaga