Rovigo, Veneto – La progressiva decadenza di città italiane, che, fino agli anni 90 del secolo scorso, erano prestigiosi centri di cultura e arte, fulcro di attività commerciali e intensa vita sociale, ha catalizzato l’interesse del Lions club cittadino, attualmente presieduto da Lorenza Andreotti. Per indagare le cause che stanno alla base del processo e le modalità per invertire la rotta, il club ha organizzato un incontro con Gabriele Tagliaventi, architetto e urbanista, con laurea in Ingegneria all’ Università di Bologna, esponente del movimento per il Rinascimento urbano  e il New Urbanism.
   Data l’importanza dell’evento, all’incontro, in Accademia dei Concordi, lo scorso 9  novembre, sono stati invitati: architetti, ingegneri e urbanisti della provincia di Rovigo. 
      “Una iniziativa di particolare significato per il Lions di Rovigo – ha dichiarato la presidente Andreotti – che si inserisce nel programma delle celebrazioni del centenario della Fondazione del Lions International, che, tra le sue finalità, cita l’attenzione all’ambiente e alla vivibilità dei contesti urbani”. Principi applicati alla città di Rovigo con le diverse iniziative di studio e indagine messe in atto, nel tempo”.
        Introdotto dal giornalista Tommaso Moretto,  Gabriele Tagliaventi si è rivolto ai presenti ricordando il crollo del Pil italiano a partire dal 2007, con accenni di ripresa solo nel 2011. L’acquisto massiccio di titoli di stato italiani da parte di Francia e Germania che ha aggravato la situazione mentre, dal 1975, il debito pubblico è cresciuto in maniera esponenziale. Poi, con l’aiuto di slides, Tagliaventi  ha confrontato Bologna, la sua città, con altre città, sparse nel mondo,  tutte accomunate dallo stesso numero di abitanti – 370.000 – e una simile superfice urbana: 9.000 ettari. “Nizza – città presa a paragone – per la sua manutenzione spende la metà di quello che spende Bologna, ma ha sviluppato un servizio tram per il trasporto urbano tra centro e periferia efficiente,  economico e poco inquinante. E c’è un servizio pubblico di biciclette, a costo molto basso, che si prendono vicino al luogo di partenza e si lasciano all’arrivo.  Nulla del genere a Bologna, dove il tram è stato smantellato nel 1963, nella visione di un un sistema di trasporto incentrato sulle auto. Oggi il centro della città più importante dell’Emilia Romagna è sporco, abbandonato e degradato”.
 E ha continuato:  “Altro errore fatale della miopia politica, l’enorme sviluppo della periferia, con casermoni e centri commerciali, per cui, nelle giornate senza auto, per limitare le polveri sottili, il centro è senza auto mentre la periferia ne è invasa”.
Poi il paragone è stato fatto con Palma di Maiorca: superfice urbana: 7.000 ettari; stesso numero di abitanti. Con Bilbao, stessi abitanti ma superfice di 1.700 ettari. Parigi: stessa superfice urbanizzata e 2 milioni e 250.000 abitanti. La scarsa popolazione di Bologna priva la città degli introiti necessari a tenere in ordine la sua enorme superficie. Al contrario, l’urbanizzazione ordinata di Bilbao consente alla città di avere un servizio di tram. A Palma di Maiorca di avere un’ottima urbanizzazione e un servizio pubblico di bici. Quando è iniziata l’impennata del Debito pubblico, Bologna aveva 120.000 abitanti e una superficie urbanizzata di 5.000 ettari; oggi, ne ha 9.000 e tante industrie e aziende fallite”- ha spiegato. 
Pubblico per Tagliaventi
Pubblico per Tagliaventi

 

Inevitabili le critiche a Matteo Renzi che, durante il suo recente viaggio negli States, non si è accorto della differenza tra le università italiane e quelle americane. “Stanford e Berkeley, top dell’ istruzione a ‘stelle e strisce’,  hanno copiato il modello italiano” – ha aggiunto continuando nelle sue riflessioni. “L’ambiente è il migliore possibile, i docenti sono reclutati in base al merito e il budget è adeguato agli scopi che si vogliono raggiungere. Nei luoghi dove si parla e si scambiano idee, i giovani  sviluppano intelligenze e creano innovazione. Lo sviluppo edilizio in Italia è legato agli anni 60- 70, quando la gente smetteva di fare figli e costruire case. Trump ha vinto le elezioni perché in America la gente che lavora è calata dal 75 al 60% e sono state realizzate enormi infrastrutture quando non ci sono abbastanza abitanti che pagano le tasse. La crisi di oggi è anche la crisi del ‘verde’: città con tanto verde e niente gente o bambini che lo vivano. Detroit, nel 2013, ha fatto bancarotta perchè quattro grandi industrie hanno delocalizzato, lasciando spazio alla crminalità. Per sradicare il malaffare, gli edifici vuoti sono stati abbattuti e si è fatto spazio al verde. In America si sono accorti che le grandi periferie fagocitano risorse, impongono trasferimenti quotidiani  tra centro e periferia creando inquinamento. E la gente è tornata ad apprezzare  il piccolo commercio sotto casa, indispensabile per le necessità e le emergenze quotidiane,  oltre ad essere fattore di coesione  tra gli abitanti del quartiere”.
    Come intervenire?  Gabriele  Tagliaventi ha trovato il rimedio nel  delimitare il centro urbano, lasciando il verde ai confini; realizzare un trasporto pubblico efficiente e facile da raggiungere, riempire gli spazi pubblici con negozi, caffé, luoghi di incontro ed eventi.  E ha concluso: “Negli ultimi 50/60 anni, le città italiane si sono uniformate al modello americano, mentre quelle americane hanno  demolito grattacieli e dato spazio a feste e sagre, esempi che stanno facendo scuola anche in Francia e Germania. Da diversi anni negli USA non si costruiscono più ipermercati e parecchi sono stati  abbattuti. Le vendite on line sono veloci, fanno risparmiare tempo, fatica e carburante. Non richiedono spazi enormi per il parcheggio. I nuovi supermercati hanno solo il piano terra; sopra ci sono uffici e abitazioni e la gente va a fare la spesa a piedi. Le novità più trendy sono i tanti negozietti del quartiere, dove si può trovare di tutto, dove il venditore è affabile e pronto a collaborare. Nei negozi al dettaglio al mattino c’è pane appena sfornato e la verdura di giornata; si scambiano opinioni e informazioni e, in caso di bisogno, cordialità e disponibilità non mancano”.
Lauretta Vignaga