Rovigo, Veneto – Sessanta foto a colori per raccontare New York, la città più straordinaria, imprevedibile e affascinante al mondo. La metropoli che è tutto e il contrario di tutto. Un viaggio da turista, fatto nel 2010, con la macchina fotografica al collo e le dita pronte, tra zoom e scatto, a cogliere l’attimo fuggente:una luce, una scena, un volto che ricorderanno quell’esperienza per sempre. Sulle pareti del Caffettiamo Photo Room di Rovigo, tra le sale del piano superiore e gli spazi del piano inferiore, ‘La Grande Mela’ brilla con un fiume di luci che non si spengono mai; luccica al sole con le pareti di vetro dei grattaceli, sbalordisce con le gigantesche insegne dei centri commerciali, ti viene incontro con gli eroi buoni dei film che affascinano gli adulti e i bambini.
  In una città dove la vita è scandita dalla frenesia del guadagno, le banche, la borsa, gli istituti di rating hanno spesso la stessa visibilità di un teatro o un museo. Un toro di bronzo scalpitante segnala ai passanti che si trovano davanti alla Borsa di New York mentre Morgan & Stanley è segnalata da un’ insegna a lettere gigantesche. Riprendendo il momento magico in cui il sole al tramonto  si incunea tra le i grattaceli che delimitano il ‘Sunset Boulevard’, Roberto Bottari, con ironia ha voluto fotografare di spalle la massa di gente che si è fermata per osservare l’evento che capita solo un paio di volte l’anno. I grattacieli dalle forme avveniristiche che stridono nel contrasto con le poche costruzioni che ricordano la storia di un popolo che ha solo qualche secolo. Tra gli scatti più interessanti quelli fatti a Central Park dove la gente è, finalmente, a contatto con la natura, libera di correre, praticare sport o prendere il sole. 
   Ma se New York ha rappresentato, e in parte lo è ancora, il simbolo del ‘Sogno americano’, è anche afflitta da una realtà sociale di emarginazione, povertà e indifferenza da parte di chi sta nel benessere. I senzatetto sono migliaia, vivono e dormono sui marciapiedi, nelle aree più degradate dove non arrivano le luci della ricchezza. Chi passa li scansa e affretta il passo, guardando oltre.
   Riassumendo la sua visita a New York, Roberto Bottari  l’ha definita: “Straordinaria per l’impatto visivo – come dettagliatamente è raccontato dalle fotografie che si potranno  ammirare fino al prossimo 9 luglio –  ma anche frustrante per la grande confusione in cui ci trova sempre immersi. La pubblicità che incombe e provoca la sensazione di una città più apparente che reale, dove la vita è scandita da impegni continui decisi da altri. New York ti prende per l’enormità di tutto ma ogni cosa è mordi e fuggi. Straordinari i Musei, i teatri e le gallerie d’arte, ma risulta insopportabile il traffico e il rumore che non si placano mai” – ha concluso.
   Sollecitato da Dario Barin, fotografo per passione e grande amico di Bottari, si è aperto, quindi, tra i presenti alla mostra, un confronto sulle ragioni che muovono l’interesse per la fotografia e spingono a praticarla di continuo nel tempo raccogliendo centinaia e centinaia di immagini, pur se nessuna è mai perfettamente uguale a quelle che l’ hanno preceduta. E ci si è confrontati sulla foto – documento e la foto opera d’arte e l’importanza di sublimare il contenuto di una foto  o di una rassegna fotografica per raggiungere un determinato target. Quesiti rimasti sospesi, per il momento.
Lauretta Vignaga