Donne d’arte nei monologhi di Lara Mantovani: Artemisia Gentileschi, Frida Kahlo, Marina Abramovic.Lauretta Vignaga, 28 dicembre 2018
Rovigo, Veneto –  Arte, poesia e letteratura nel ricco programma di ‘Contemporanea’,  manifestazione ideata, progettata e realizzata da Giancarlo Gulmini nell’ambito degli eventi del Natale rodigno 2018.  Fra le diverse proposte, spicca un evento ispirato e dedicato alle donne: tre artiste che, in secoli diversi, hanno difeso con tenacia la loro scelta imponendosi in una società governata da pregiudizi e discriminazioni. Donne che attraverso i monologhi di Lara Mantovani riemergono dalle ombre del passato per raccontare al pubblico di oggi le sofferenze vissute e l’attualità del loro messaggio.          Si inizia con Artemisia Gentileschi, nata a Roma alla fine del 1500, emblema di tante donne coraggiose che hanno lottato, anche a costo della vita, per affermare i loro diritti.    Toccanti e commoventi le frasi che Lara pronuncia, dando voce ad Artemisia che, travisata da indumenti maschili, dipingeva nella bottega del padre, Orazio Gentileschi, quando la società del tempo non permetteva alle donne di frequentare scuole d’arte. E ancor più coinvolgenti le parole che usa per denunciare lo stupro subito a 17 anni, mai riparato dal matrimonio con il colpevole della violenza. E appare straordinaria la forza d’animo che mette in campo nell’affrontare un processo umiliante pur di vedere riconosciuti i suoi diritti.    Lo scandalo che ne deriva la obbliga a lasciare Roma ma non le impedirà di abbandonare la pittura. Trasferitasi a Firenze, viene accolta all’ Accademia delle arti del disegno. E’ il periodo delle sue opere più celebri, quelle che hanno per protagoniste donne coraggiose come le eroine della Bibbia. Da Firenze passa a Venezia e poi a Napoli. Muore nel 1653, lasciando in eredità i suoi capolavori e la consapevolezza che niente può reprimere il talento e la capacità creativa.          Dal XVII al XX secolo, quando sulla scena del mondo appare un’altra artista straordinaria, la messicana  Frida Kahlo.Portatrice di un handicap che condiziona la sua vita fin dalla nascita, ‘Frida  è la donna che ha trasformato la sofferenza in arte’. Nata a Coyoacàn nel 1907, a 18 anni, tornando da scuola, un tram si scontra con l’autobus su cui la ragazza viaggia, finendo contro un muro. Molti passegeri muoiono. Frida riporta la colonna vertebrale spezzata in tre punti; fratture su tutto il corpo e una ferita gravissima causata da un corrimano entrato nell’anca sinistra e uscito dalla vagina. Negli anni che seguono subisce 32 operazioni, è costretta a portare per anni un busto di gesso e, tornata a casa, deve rimanere immobile nel letto. Sarà l’immobilità a spingerla verso la pittura, grazie allo specchio che i genitori avevano posto sul soffitto della camera,  dove Frida vedeva riflessa la propria immagine. Solo nel 1927 può riprendere a camminare ma i dolori del suo corpo martoriato non l’abbandoneranno mai.   Un destino terribile quello della giovane donna che Lara Mantovani rievoca con frasi ora pietose, e di commiserazione, ora segnate dalla ribellione, dalla rabbia, da maledizioni verso l’ingiustizia subita e le altre che ne sono derivate: l’incontro con Diego Rivera, marito egoista e traditore, che finirà per abbandonarla.
 Ultima donna d’arte presentata da Lara Mantovani nell’ambito degli eventi programmati da ‘Contemporanea’, la serba Marina Abramovic, ‘ nonna’ della performance art come lei stessa si è definita. “Quello che io mi propongo con le mie messe in scena è stupire, scandalizare, scavare dentro la parte più oscura e perversa dell’io per giocare sul limite tra la vita e la morte. Spingere lo spettatore negli abissi della propria anima per riportarlo in superficie depurato”.Di Marina è stato detto tutto quello che è possibile dire nel bene e nel male. A parte questo, le si attribuisce il merito di aver rivoluzionato il mondo della ‘performance art’, facendo di ogni sua opera un evento da raccontare agli altri come un’avventura, un viaggio nel più profondo di se stessi. La performance art è una forma d’arte incontrollabile e irripetibile perchè si concentra sull’evolversi dell’azione artistica più che sul suo risultato. In molti casi prevede il coinvolgimento dello spettatore anche a livello fisico.