Rovigo, Veneto –  ‘Origine e storia dei nomi di luogo in Italia e in Veneto’ è il tema che conclude il ciclo di incontri, organizzato dalla Dante Alighieri,  Comitato di Rovigo, presieduto da Mirella Rigobello, sull’origine, sviluppo e diffusione della nostra lingua nazionale e il suo rapporto con i dialetti locali. Ospite relatrice: Carla Marcato, docente di Linguistica all’Università di Udine che, tra le sue opere più note e apprezzate, elenca il ‘Dizionario di toponomastica italiana’, testo fondamentale per comprendere la storia dei luoghi. Nel caso specifico, la docente ha trattato di Toponomastica veneta, con riferimento  a Rovigo e alla sua provincia.
 Iniziando dalla microtoponomastica: nomi propri di  ruscelli, prati, boschi, proprietà agricole, strade,  trasmessi, nel tempo,  dalla voce dei parlanti, ha chiarito che questo rappresentava un catasto vocale trasmesso da padre in figlio, i cui custodi sono i residenti stessi di quelle zone. I nomi di città, invece, i macrotoponimi, spesso molto antichi, sono, in genere, collegati al latino e alla trasmissione della memoria dei nomi  del territorio; in caso di interruzione dovuta all’arrivo di genti e popolazioni diverse, i nomi cambiano, sostituiti da quelli legati alla nuova popolazione.  Caso tipico è il nome Mediolanum, collegato all’invasione celtica che ha dato nomi latini ai luoghi che erano importanti riferimenti per il territorio. Come conseguenza il latino, per gradi, si è sovrapposto al celtico e Mediolanum rimase nei secoli fino a diventare Milano nella lingua italiana. “Bologna è la forma moderna dell’antico ‘Bononia’ dei Galli e dei Celti, mentre Felsinea  è l’antico nome etrusco. ” A volte, tuttavia – ha spiegato  la relatrice – vecchi toponimi si trasmettono per generazioni e continuano ad esistere in doppia forma, quella latina e quella pavana ( padovana).  E’ il caso di Benevento, Maleventum in origine,trasformato dai Romani per buon auspicio. In provincia di Verona c’è Soave fiore,  paese che in antico suonava ‘porcile’ e trasformato per opportunità. Dopo l’unità d’italia le tante omonimie di luogo e i nomi spesso spiacevoli, ebbero il permesso di mutare il nome n qualcosa di più attraente. In provincia di Benevento, ‘Schiavi’ – nome che indicava gente proveniente da luoghi stranieri, fu mutato in ‘Liberi’.
      La continuità, tuttavia, è più frequente del cambiamento e lo studio della toponomastica è, a suo modo, uno studio linguistico perché funge da etichetta per un determinato luogo. Chi studia la materia, però, non è sempre in grado di portare ragioni  soddisfacenti a spiegare le ragioni  di un toponimo”. Altro esempio citato ‘Monte Bianco’, nome ‘trasparente’ perché facilmente comprensibile nella nostra lingua. Caso opposto il nome ‘Rovigo’ per il quale si deve ricorrere alla etimologia popolare quando non ci si mettono di mezzo i dotti che vanno a tirate fuori le ragioni più strane per l’ adozione  di un toponimo. Per queste ragioni la toponomastica appare oscura e tanto più incuriosisce l’etimologia
popolare. Altro esempio offerto, Canal San Bovo, Comune in provincia di Trento, che non è legato al culto di San Bovo, seppure esistente, ma al ‘sambuco’, ‘sambugaro’ nell’etimologia popolare.
 Sono seguiti numerosi esempi utili a riscoprire il profilo stratigrafico prelatino di molti nomi ben conservati perchè riferiti a un territorio ben individuato. ‘Padus’, nome antico affetto da polimorfismo, precedente al latino, forse di origine indoeuropea o preindoeuropea, trasformatosi in Pao e poi in Po.  Athesis ha dato origine ad Adige, Ateste, Este.
      Oltre alle testimonianze latine, in Veneto settentrionale sono anche molto diffuse quelle etrusche: Acelum – Asolo; Opitergium – Oderzo; Equilo – Iesolo; Belodurum – Belluno; Benacus ( lingua celtica) Torri del Benaco. E non è mancata l’ influenza germanica.
   Frequente, in epoca romana la toponomastica prediale: toponimi costruiti con il nome di una persona o di un luogo coltivato. Alla toponomastica stradale è connesso Postumia o Postioma; Loreggia alla ‘via Aurelia’. Nei nomi di luogo della Sicilia sono spesso evidenti tracce della lingua araba anticamente parlata sull’isola. Molti nomi, infine, sono stati coniati da dotti, in ricordo della dominazione romana. Allo stesso modo l’invasione dei goti ha influito sui nomi dei luoghi abitati dalla nuova etnia e sono mutati di nuovo all’arrivo di altri invasori. ‘Rovigo’ è un antroponimo, nome di persona, risalente al lessico arcaico; molte altre parole della stessa origine furono poi sostituite da parole di matrice  germanica.
L’etimologia popolare raccoglie nomi di luoghi derivati da nomi di santi, dal nome del proprietario di un luogo o dalle caratteristiche di un determinato luogo o edificio, come è avvenuto per numerosi Comuni del Polesine, da Adria ad Ariano, da Bergantino a Canda.
Lauretta Vignaga