Rovigo, Veneto – Progettata da Giancarlo Gulmini, come mostra itinerante, la vicenda umana di Frida Kalho, oggetto di uno straordinario tributo di simpatia da parte del pubblico del Polesine e delle città limitrofe nella primavera del 2017, quando fu allestita in Pescheria Nuova, é tornata a commuovere e far riflettere i rodigini con la sua storia di dolore e forza d’animo.
La conferma è arrivata domenica 3 novembre quando, all’Antico Deposito del Caffè, in Corso del Popolo, 309,  ha preso il via l’iniziativa: “Prendi il tuo caffè insieme a Frida”, ideata e realizzata da Giancarlo Gulmini . Una esposizione di 8 pannelli, ridotta rispetto all’allestimento originale, che raccontano le sofferenze che hanno segnato la vita di una ragazza messicana diventata il simbolo della forza d’animo delle donne, della lotta per il riconoscimento della loro dignità e una delle pittrici più note e apprezzate in tutta l’America latina. Esposizione che si protrarrà fino al 29 novembre.
Molte le persone, soprattutto donne, presenti all’incontro. Ad accoglierle, oltre a Gulmini, ideatore della manifestazione ed esecutore dei numerosi disegni e dipinti su Frida,  alcuni rappresentanti di associazioni di volontariato.  Con voce commossa e, a tratti, incerta, Stefania Mazzetto ha riassunto i fatti più salienti della vita di Frida: dalla scoperta di essere nata con la spina dorsale bifida, causa del suo zoppicare, al terribile incidente
sull’autobus, quando aveva 18 anni, mentre tornava dall’istituto d’arte che frequentava.

Da allora, una serie infinita di interventi chirurgici, 32 nel corso della vita, che la obbligano a trascorre molto tempo a letto. Un letto a baldacchino con lo specchio sul soffitto, le permettono di realizzare i suoi famosi autoritratti.
Poi l’amore e il matrimonio con Diego Rivera; i tradimenti, l’infelicità e le tante relazioni passeggere che Frida intreccia fino al secondo matrimonio con Rivera. Diventata attivista  del partito comunista, muore nel 1954, durante una manifestazione politica.
Pittrice ma anche poetessa, Frida; ne è un esempio ‘Ti meriti un amore’, testo scelto e presentato da Stefania a conclusione del suo intervento.
Ha fatto seguito la proiezioine di un cortometraggio e la presentazione di Lara Mantovani, in abito tipico messicano, di un monologo ispirato a Frida, che lei stessa, ha composto.
“Qual’è il perchè di questa mostra ?” – ha chiesto Gulmini, alla fine. “Per fare qualcosa di diverso da quello che fanno di solito i musei. .Per far conoscere una donna diversa, la sua forza d’animo in mezzo a tante difficoltà. La passione per la pittura che, dopo tre anni l’aiutò ad alzarsi dal letto La forza di sopportare i tradimenti del marito. Questa mostra rende Frida un simbolo per tutti quelli che debbono lottare contro la sofferenza, la disabilità, le innumerevoli ferite fisiche e morali che segnarono la sua vita”. A tale proposito desidero ricordare che, all’inaugurazione della mostra rodigina, nell’aprile del 2017, furono premiati due disabili in carrozzina e lo stesso avvenne all’isola D’Elba alcuni mesi dopo, quando venne presentata la mostra itinerante su Frida Kahlo”.

Lauretta Vignaga