Il 16 marzo, ore 18, in Pescheria Nuova, l’inaugurazione della sua mostra di pittura e scultura 
   Rovigo, Veneto – Pugliese di origine, Giacomo Ditano ha mostrato, già da ragazzino, la sua passione per il legno e le possibilità creative che offre. All’uscita dalla scuola materna, in attesa che la mamma passasse a prenderlo, si recava nella bottega di un falegname lì vicino e osservava, con grande attenzione, il lavoro che eseguiva. Restava incantato davanti a quei pezzi di legno che, un po’ alla volta, prendevano forma seguendo il progetto dell’artigiano. La frequentazione della falegnameria continuò anche negli anni seguenti, di pari passo con la frequentazione della scuola e a 16 anni  fu assunto come apprendista.  Il desiderio di mettersi alla prova era grande e cominciò riprodurre i giocattoli  che vedeva nei negozi: fucili, mobili per le bambole, flipper e altro. Cose che regalava agli amici.
   A 18 anni, il desiderio di cambiamento lo indusse  ad entrare nella Polizia di Stato. Più tardi, un trasferimento lo portò in Veneto e in Polesine, a Guarda Veneta, dove attualmente risiede. Qui, ha realizzato il suo sogno: gestisce una falegnameria che è anche laboratorio di ricerca e produzione di opere che uniscono la passione per la pittura e il recupero, restauro e riuso di oggetti smessi o abbandonati in cui Giacomo Ditano sente ancora pulsare la vita. Testimonianze di un tempo trascorso ma non cancellato, che le sue mani trasformano in qualcosa di originale e piacevole, adatto a nuove collocazioni. Oggetti che  dialogano  con il presente negli ambienti dove vive l’uomo, trasmettendo il calore delle cose fatte  con pazienza e abilità. La celebrazione della annuale ‘Giornata della Polizia di Stato’ è stata per Giacomo Ditano l’occasione giusta per far conoscere   il suo talento e la fantasia nel mettere insieme materiali e forme diverse trasformandoli con decorazioni scolpite e colori acrilici . Oggetti unici dal sapore antico, adatti ad ogni ambiente.
   Conclusa la carriera in Polizia, Ditano si è dedicato completamente alla scultura e alla pittura, altra sua grande passione e terreno  di indagine. Qui, la ricerca formale viene espressa dall’armonia del rapporto tra la struttura portante dell’opera e gli elementi che la  compongono: parti metalliche, recuperate da oggetti dismessi, rete e filo di ferro, assi in legno, tubi di plastica e altro. Strutture, spesso aperte  nel mezzo, per inserire parti  scolpite e dipinte con  argento e oro, su cui la luce si riflette. Intere assi dalla superficie scabra, trasformate in elemento decorativo di lusso grazie alla scultura applicata  nel mezzo e completata da una lampadina argentata.
    Nei quadri, solitamente realizzati su tavole di legno, la materia di recupero diventa il soggetto dell’opera stessa, applicata sulle pennellate dei  colori acrilici stese in maniera irregolare. E’ la quotidianità ad emergere, a sovrapporsi e confondersi rendendo la superficie rilevata. Pezzi di corda, cartone, pagine di giornale, brani di tessuto strappato, di pizzo, catene e cartone catramato, bigiotteria recuperata chissà dove. Parti di un collage tenuto insieme da colla e chiodi che assume il ruolo di un palcoscenico dove si racconta una storia di vita vissuta. Sentimenti e relazioni affidate alla mente e al cuore di chi osserva.
Lauretta Vignaga