A Copparo, ‘Glasswords on WATERland’ apre la V edizione del De Mcheli Danza Festival
La scena si apre con la luna che brilla sullo sfondo rosso di uno spazio delimitato da quello che appare come un cerchio di luce. Dal buio emergono i suoni del brano ‘ In the red’ e ‘ Trioon’, di Ryuichi Sakamoto. Sul palco, due figure, vestite di bianco, si muovono l’una verso l’altra: si sfiorano, si guardano, e si allontanano… La figura maschile sussurra il suo bisogno d’amore recitando ‘Dentro di me’; segue “I asked for love” – musica di Lisa Gerrard e Patrick Cassidy. E, ancora, “Abbracciami, ( non perdermi )” – un impulso che sale prepotente dalla sostanza palpitante dell’essere: ” Dentro il confine della mia vita ti cerco………

……….” Aprimi il tuo sentiero……eccomi” …..Non fermare i tuoi occhi su questa superficie……. Attraversami….Nel deserto dei tuoi incontri mi troverai…… Guardami!”……. I due amanti si riavvicinano……lei fra le braccia di lui; i loro corpi si muovono all’unisono, si cercano in un amplesso che non abbia fine.
La luce sul palco si fa azzurra e poi blu. I gesti dei due innamorati si trasformano in una danza erotica ricercando l’estasi del piacere provato e mai dimenticato. Poi, nella penombra, la scena cambia colore. Dall’alto scendono due pannelli a forma di ali di farfalla; appaiono acque che scorrono gorgogliando. Si odono parole tratte da ‘ Pensieri d’acqua’ e ‘ In piena di te’. L’ acqua, fonte primordiale di vita, rinvigorisce la passione nei due protagonisti…… ma non basta a salvare il loro amore.
Sull fondale del palcoscenico comincia, lentamente, a scorrere un foglio nero che porta impresse parole di origine mantrica, scritte in còrso antico. “Om Tarè. Tutarè, Turé, Soha……” che significano: corpo, mente, parole, trascendenza del corpo. Termini tratti da un ‘mantra’ – una specie di formula sacra che, in certi contesti sociali e religiosi, viene ripetuta come una preghiera quando si deve cercare un approdo sicuro per affrontare le tempeste della vita.
Parole non dette, pensieri non svelati, emozioni diverse non condivise e silenzi che restano tali, finiscono per allontanare i due innamorati. La separazione è una ferita profonda che entrambi si porteranno dentro per tutta la vita.
Coreografia di Romina Zangirolami, testi, regia e video di Adriano Baccaglini. DanzAttore: Gianluca Possidente; DanzAttrice: Francesca Formisano. Coproduzione :Associazione Cantieri culturali Creativi e Aire44. Musiche: ‘Sciume – Fiori d’Algeria’, di Paolo Fresu, ‘Alba Impedita’, di Daniele di Bonaventura e Paolo Fresu. ‘Le lac’, di Paolo Fresu, Daniele di Bonaventura, A. Filetta. Parole di Adriano Baccaglini. Arredamento scenico di Miranda Greggio.
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