‘Il paesaggio nella fotografia’. Lezione didattica a cura di Domenico Russo.

Rovigo, Veneto –  Nell’ambito delle iniziative della XXV Settimana dei Beni Culturali Ambientali in Polesine – dal 29/11 all’8/12 2019, sul tema ‘Paesaggi tra le rive dei grandi fiumi’, l’Associazione Culturale – Ambientale ‘ Renzo Barbujani’ odv, di Rovigo, ha proposto, per mercoledì, 4 dicembre, nella Sala Consiliare della Provincia, un incontro sul tema: ‘ Il paesaggio nella fotografia’, lezione didattica a cura di Domenico Russo, con esposizione di pannelli illustrativi dedicati. Ospiti della mattinata gli studenti dell’Istituto Tecnico per Geometri ‘ A. Bernini’.  Un riassunto per immagini della storia della fotografia, definita ‘la capacità di scrivere con la luce’, nota agli arabi fin dai tempi antichi, grazie ad un foro, praticato in un panno scuro, da  cui veniva fatto passare un raggio di luce. Ufficialmente la data di nascita fu fissata al 19 agosto 1839, quando all’Accademia delle Scienze e  delle Arti visive di Parigi, furono presentati i segreti della ‘Camera Oscura’, che permetteva di catturare  e fissare un particolare momento della vita  con un’immagine. All’inizio, gli artisti se ne servirono  per ricavarne uno schizzo, un disegno, da trasformare in pittura.
 Con Daguerre, nel gennaio del 1839, viene messo a punto un processo meccanico e chimico che permette di riprodurre le immagini che si formano nella camera oscura.  La fotografia diventa, finalmente, realtà.  Poco dopo, Talbot riesce a creare un’immagine su un foglio di carta sensibile, talmente perfetta che riprende  anche la figura  di un uomo sullo sfondo.
D’allora in poi la fotografia non conosce sosta nel suo progredire e migliorare.  Nel 1890, Maxime du Camp fu incaricato di fotografare i monumenti dell’Egitto;  una documentazione straordinaria di come erano realmente quelle meraviglie millenarie.
E per metterne in evidenza le dimensioni si inserì nella fotografia una figura umana. Sull’onda del successo di questi risultati   vennero fotografate: Istambul, Gerusalemme, Roma e persino tutto il Giappone. Con i fratelli Bisson  si fa largo la fotografia dedicata all’alpinismo e alla montagna.
 L’affermarsi del ‘Grand Tour’, la moda per i giovani delle famiglie facoltose tedesche e inglesi, russe e scandinave, di completare  la loro formazione  culturale con un viaggio in Francia e in Italia, diffusasi tra il 18° e il 19° secolo, rese  la tecnica fotografica il mezzo indispensabile per documentarlo. Tuttavia i tempi necessari per sviluppare le immagini erano lunghi e il paesaggio, soprattutto quello d’acqua – Venezia era una meta obbligata –  risultava piatto e uniforme. Fu George Eastman a cambiare le cose realizzando una macchina fotografica diversa. Si trattava di una scatola con dentro un rullo di carta su cui imprimere le immagini. Finito il rullo, veniva spedito a chi era capace di sviluppare le immagini che apparivano rotonde e, in molti casi, erano usate per ottenere cartoline; quelle stesse cartoline che i soldati, durante la prima guerra mondiale, inviavano alle famiglie dal fronte, scrivendo le loro notizie sullo spazio di fianco all’ immagine.
La lezione di Domenico Russo si è quindi concentrata sul rapporto tra uomo e ambiente e sulla reciproca influenza che l’uno esercita sull’altro. Un patrimonio di immenso valore, il nostro ambiente, da proteggere e mantenere per le future generazioni. E per non perdere di vista i cambiamenti che i fattori climatici e l’azione dell’uomo causano all’mbiente sono stati ricordati i tre  fratelli Alinari, che hanno raccolto un patrimonio fotografico enorme, tutt’oggi punto di riferimento per valutare i mutamenti avvenuti nel paese in cui viviamo durante il secolo scorso. Un’operazione simile è stata quella intrapresa   dal Touring club italiano dopo  il 1945, mettendo insieme un enorme patrimonio fotografico dell’Italia.
Infine la citazione di fotografi illustri quali Pietro Donzelli  e Giovanni Berengo Gardin, affascinati dal Delta del Po.
“Una bella fotografia non dipende dall’apparecchio che abbiamo in mano” – ha aggiunto Russo. ” E’ il prodotto della sintonia tra occhio, mente e cuore”.

Lauretta Vignaga