Rovigo, Veneto –  La mostra di foto che Luigi Piombo espone attualmente al Caffettiamo Photo Room – visibile fino 13 novembre prossimo – è un percorso  che racconta del presente e del passato della nostra terra, il Polesine. Della gente e delle stagioni, dei campi e delle acque, dei fiori e degli uccelli, della bellezza e dell’armonia che lo governano. Un piccolo album, data la dimensione delle immagini, che Luigi, con la sua innata modestia  ha scherzosamente definito ‘ Fotografie alla chetichella’ come se le avesse scattate per caso, quasi di nascosto, mentre, in realtà, sono state inseguite e cercate con la costanza di un innamorato.
    Sono scatti che percepiscono atmosfere lontane da quelle di oggi; un tempo in cui uomo e ambiente erano in sintonia, e l’uno rispettava l’altro che garantiva la sua vita. Indescrivibili i tramonti che chiudono il giorno con bagliori di fuoco; le lagune azzurre e i fossati che si insinuano fra i campi gialli di grano maturo. Testimoni di un passato non troppo lontano, i casoni di valle, con il tetto di canna palustre e il pavimento in terra battuta, resistono sulle insenature del fiume, punti d’appoggio per pescatori e cacciatori. Le barche riparate negli scanni in attesa del nuovo giorno. Le facce rugose della gente del fiume e, ancora, le poesie che accompagnano alcuni scatti con visioni di intimità domestica o la descrizione di un’alba che anticipa il nuovo giorno con il miracolo della luce.
    A sorpresa, la mostra di Gigi Piombo ha voluto rendere omaggio a due personaggi che, più e meglio di tanti altri, hanno raccontato e rappresentato il Polesine con la loro arte e i loro scritti: Gabbris Ferrari scomparso da qualche anno e Sergio Garbato,venuto a mancare mentre questa mostra è in allestimento.
   A conclusione di questa piacevole incursione nel Polesine che Luigi ama, abbiamo voluto trascrivere due delle tre poesie che completano altrettante sue fotografie, per cogliere la sensibilità che lo anima quando ritrae questo territorio che è la sua terra.
        UN CAMINO CHE FUMA.
     E’ giunta la sera e le prime nebbie d’autunno; // un camino che fuma rivela l’intimità di una casa: // una mamma che prepara la cena, // un bambino che fa i compiti; //un fratellino che gioca con la sua macchinina, // un papà che si riposa e aggiusta un attrezzo o legge il giornale. //La mamma chiama: “A lavarsi le mani che la cena è pronta!” //Un camino che fuma rivela una ‘casa’, dolce casa.
       ALBA SUL DELTA. 
      La notte sta per finire;// le tenebre si dissolvono. // Il faro della Pila, ancora acceso // guida i pescherecci nel mare //al largo del Delta. //Ecco il chich del dì. Il sole sta per sorgere // e infiamma il cielo all’orizzonte.// Nasce un nuovo giorno; // verrà la sera, il tramonto, //ma ora il sole si alza nel cielo // e diffonde luce, calore, energia e vita.
Lauretta Vignaga