Nella sede della Provincia, donne a confronto sulla violenza di genere.

Rovigo, Veneto –  La ricorrenza è stata fissata dall’Onu al 25 novembre ma,  per ragioni organizzative, la Provincia di Rovigo ha spostato l’appuntamento con la ricorrenza della  ‘Giornata internazionale  contro la violenza sulle donne’ al 27 novembre. Una riunione  molto partecipata che aveva lo scopo di fare il punto sulla situazione del Polesine non tanto sui numeri della violenza, quanto sulla consapevolezza che la violenza di genere è un reato vero e proprio che sconvolge l’ esistenza di chi la subisce e del contesto familiare in cui si verifica.
 A introdurre il tema, con  tutte le sue sfaccettature, è stata Maddalena De Luca, prefetto di Rovigo, sottolineando che, nella maggioranza dei casi, la violenza avviene per mano dell’uomo – fidanzato, marito, compagno – che ha scelto quella donna come compagna.  “All’inizio – ha spiegato – si tratta di violenza psicologica tesa a demolire la personalità e le sicurezze della donna con cui vive. Per questo è fondamentale intervenire sui giovani con grande anticipo, inculcando il rispetto per le compagne di oggi e le donne di domani”.
Inserendosi nell’argomento, Anna Paola Bordin, del Comitato di Pilotaggio del Centro Antiviolenza, struttura creata nel 2008 che, nel 2015, ha assunto valenza provinciale con tre Centri di ascolto, ed è dotata di una piccola casa- rifugio dove possono essere accolte tre donne con eventuali bambini, che hanno bisogno di protezione, accoglienza e consiglio. Compiti affidati ad una équipe multidisciplinare formata da sole donne.  Un luogo di rifugio e aiuto per le donne maltrattate che poche di loro conoscono, soprattutto quelle che vivono in situazioni di disagio. “In Veneto, la Regione ha stanziato 600.000 euro per realizzare altri centri antiviolenza – ha dichiarato – A Rovigo ne sono stati destinati 15.000, troppo pochi per far rete di iniziative contro la violenza”. E ha aggiunto: ” Per mettere in rete le iniziative necessarie a combattere la violenza si deve partire dall’educazione nelle scuole per incidere in una società che è, fondamentalmente, maschilista”.

Per il pubblico in sala  è stato, quindi, proiettato un video, realizzato dalla presidente del Comitato provinciale per le Pari Opportunità, Antonella Bertoli, per spiegare come è stata scelta la giornata internazionale contro la violenza sulle donne. A proclamarla l’assemblea generale dell’ ONU il 25 novembre del 1999, in memoria delle tre sorelle Mirabal, attiviste politiche della Repubblica dominicana, assassinate per ordine del dittatore Trujillo che, in precedeenza, aveva fatto catturare e imprigionare i loro consorti.
Ultima a intervenire, Maria Pia Petrone, sostituto commissario della Polizia di Stato , ha concentrato la sua attenzione sui maltrattamenti in famiglia e l’odioso fenomeno dello stalking,  messo in atto verso persone con cui non sussiste alcun legame affettivo. Due forme di reato, tra le più frequenti, messe in atto contro la parte debole della popolazione.  Nel primo caso è, di solito, sufficiente l’ammonizione a prevenire il reato, grazie al rapporto diretto con il soggetto maltrattante.  In caso di stalking è opportuno intervenire con una denuncia a i carabinieri. Se  il fatto persiste, la parte offesa può sporgere querela.
Con la lettura di poesie di iscritti al Gruppo Autori Polesani e l’inaugurazione, in Sala Celio, della mostra fotografica ‘ La storia siamo noi’, dedicata alle donne del Polesine, si è concluso il pomeriggio.

Lauretta Vignaga