Anche quest’anno alcuni polesani si sono uniti agli Amissi del Piovego per accogliere la sfida della più spettacolare e combattuta delle regate di voga alla veneta dell’anno, la Regata Nazionale delle 50 caorline organizzata nell’ambito della Veneta Festa Granda de Sant’Andrea.

Un impressionante schieramento di ben 53 imbarcazioni a sei vogatori, 318 remi allineati nel Canale Contorta a puntare la bricola di Sacca San Biagio per virare arrivando davanti al Coordinamento delle Associazioni Remiere, dopo 4 km di battaglia senza risparmio di colpi.

L’equipaggio formato da Davide Manente (provin), Eligio Garbo (che ora scrive queste note), Antonio Montanari, Davide Tognin, Massimo Grassi e Davide Brancato (pope) al comando, nelle 2 ore precedenti il via improvvisa un allenamento con prove di partenza e virata per verificare intesa e affiatamento necessarie alla gara.

Ognuno ostenta battute sdrammatizzanti a ricordare lo spirito decoubertiano più volte ripromesso ma la voce del pope padrone ha il suo da fare a imporre di non spingere troppo e risparmiare energie per il colpo d’inizio che giunge liberatorio a lacerare un surreale silenzio carico della tensione generale.

Pronti via!

Caorline schierate al via
Caorline schierate al via

La consegna: “remi corti e colpi ad alta frequenza” ci fa schizzare tra i migliori. Incredibile. L’adrenalina potenziata dalla scorta calorica fanno avanzare la bianca caorlina degli Amissi che si lascia alle spalle la rossa della Canottieri Ticino.

Io rompo presto l’asticella fissata sul morso della forcola, a impedire al remo di uscire sotto i colpi delle onde, stizzito reagisco aumentando la concentrazione ed è come scalare una parete in libera.

Davide Manente imprime il ritmo di regata, noi dobbiamo dare potenza sincronizzando i suoi colpi e Massimo aiuta Davide Brancato al comando dirigendo il destriero bianco ripetutamente coinvolto in stretta bagarre dove la sfida si combatte anche incrociando i remi delle barche concorrenti che ci affiancano pronte a disarcionare.

Arriviamo alla virata che descriviamo pennellando la traiettoria intorno alla bricola e giù verso la linea del traguardo che tagliamo orgogliosamente 39mi, tra le finte imprecazioni di Massimo e il vero incoraggiamento del pope in un alzaremi che tocca il cielo: ce l’abbiamo fatta! L’abbraccio è un linguaggio universale.

Migliorato di 4 posizioni il risultato dell’anno scorso, senza preparazione …

E’ la grande festa della voga che fa incontrare amici vecchi e nuovi, vicini e lontani, ristorati da un provvidenziale risotto alla zucca ad accompagnare le premiazioni degli equipaggi primi classificati.

E come nelle migliori occasioni lo spirito agonistico ci accomuna nell’intenzione di preparare adeguatamente la prossima edizione per scalare ancora la graduatoria della classifica.

Eligio