IMMAGINARE CON I COLORI. CREARE CON LA FANTASIA.

     Rovigo, Veneto – Nessuna idea o progetto prestabilito guidano la mano di Maura Mattiolo quando si mette davanti alla tela per dipingere. Le scelte nascono dai pensieri, dalle frustrazioni o dalle reazioni agli eventi che la coinvolgono. Determinanti sono i colori  con cui iniziare, quelli che la rappresentano in quel momento. Fatto questo, la mano comincia a stendere  un colore e poi un altro, a caso; si osserva il risultato alla ricerca di uno spunto per continuare. Se c’è, il lavoro procede; diversamente, si ricomincia, magari da un altro lato della tela. La ricerca di Maura, tuttavia, non è mai indirizzata a qualcosa di definito: un paesaggio o uno scorcio di città ricco di particolari e definito dalla luce che modula il contrasto delle ombre. Maura Mattiolo ama l’astratto, l’indefinito  che affida alla ricchezza della tavolozza e alla fusione delle tonalità per creare suggestioni di luoghi, situazioni, stagioni. I colori primari vengono diluiti, lavati, sovrapposti ad altri toni già stesi con cui si mescolano. Chi guarda, non è catturato dalla visione di elementi reali ma da suggestioni di cose note o sperimentate nella vita di tutti i giorni e rimaste impresse nella mente. Stimolata dalle masse di colore che vede, la mente invia agli occhi le immagini di quello che è famigliare e noi crediamo di vedere quello che, in realtà non c’è.  E’  quanto sperimentiamo osservando ‘Fantastico’,  la prima mostra di pittura di Maura Mattiolo.
    Inaugurata il primo giugno nello spazio del Caffettiamo Photo Room, in Corso del Popolo a Rovigo, dove rimane allestita fino al 10 dello stesso mese, la mostra si compone di 7 tele scandite da masse di colore che raccontano molto del nostro quotidiano ma  privato di logica e opportunità. Case, tazze, fiori, alberi, abbozzati in punta di pennello,  fluttuano tra le masse di colore: sono capovolti, sovrapposti, mescolati e sparpagliati nello spazio della composizione. Il tutto con la leggerezza del sogno. L’artista non vuole creare barriere alla mente dell’osservatore; ciascuno deve essere libero di ‘ritrovarsi’ nelle opere che crea, di darne la sua interpretazione e godere dell’ empatia che lo coinvolge. Per ogni tela un  sentimento vissuto; un tracciato che può procedere su lati diversi e guardato da lati opposti.  E’ pittura ‘in progress’, come la realtà della nostra vita.
Apre la mostra: ‘Una relazione’, composizione che si differenzia dalle altre per le due figure in primo piano, abbozzate con tratto sottile. Rosso e blu intenso accostati per identificare la donna e l’uomo come una coppia amanti. Sullo sfondo suggestioni di verde che si identificano con piante e prati e, sulla destra, i tracciati geometrici riempiti di verde e marrone, raccontano di una casa con alberi e ricca vegetazione.
Segue  una tela che si può guardare da tutti i lati. Un sogno come suggerisce il titolo: ‘Fai bei sogni’.  Porzioni diverse di colore mostrano una serie di oggetti  quotidiani: fiori, finestre  alberi, elementi che testimoniano la presenza di industrie. Cose allineate, sovrapposte, sparpagliate, confuse in gruppi e delimitate da un segno bianco e sottile che le fa emergere dalle tonalità su cui si appoggiano. Poi ci confrontiamo con: ‘Bisogna anche sognare’ . Un mix di tocchi di pennello intriso di arancione che si frantumano su un giallo ocra marezzato di un verde nato dall’azzurro turchese che si allarga verso l’alto, sulla parte sinistra della tela. Tracce dense di bianco e di nero chiudono la composizione verso il basso, mentre, in alto  spazia  un intenso rosa beige. Uno sfondo gioioso da cui emergono farfalle dalle ali spiegate  e corolle di fiori in un vaso trasparente.
 ‘Vorrei avere le ali’,  è l’opera che osserviamo dopo, di cui percepiamo la tristezza raccontata con  pochi colori primari e una ricca variazione di tonalità ottenute dalla sovrapposizione delle cromie utilizzate e poi stemperate e, di nuovo mescolate. L’atmosfera è grigia; masse di giallo ocra, digradanti in un giallino pallido, aggredite da tracce di nero e porzioni di marrone e di beige.  Atmosfera opposta per  ‘Stamattina vado al mare’. In primo piano l’immagine stilizzata di una donna in bikini azzurro turchese. La scena, costruita dall’alto verso il basso con  ocra intenso e alcune tonalità alleggerite, propone una spiaggia che si insinua nel mare come una specie di promontorio. Attorno, l’azzurro – verde dell’acqua e, sulla sabbia dorata, porzioni di colore piccole e grandi a simulare cabine e casette per i bagnanti, che confinano con una densa macchia di vegetazione.  ‘Melograno’, appare come un insieme di porzioni irregolari di bianco e grigio, separati e poi confusi in un tonalità più decisa  di grigio  che si  scioglie  in masse di color nero. Qua e là piccole macchie rosse cercano di riscattare la malinconia che aleggia intorno, accentuata dal nero che si insinua in tutto lo spazio libero.  ‘II piccione che gioca a scacchi’, ultima opera in esposizione, si sviluppa dal centro creato da  masse di colore rosa – beige, emergenti da uno sfondo rosso cupo, a sua volta contornato da masse di nero. Verso il basso, a sinistra, un gioco di linee sottili e circolari si inseguono e si avvolgono in una sorta di gomitolo, in cui sembra di vedere la sagoma di un piccione. Più in basso, larghe strisce di bianco diluito nel grigio e, sparsi ovunque, quadrati di bianco, marrone e nero a simulare una scacchiera.
Lauretta Vignaga
  • ospiti all'inaugurazione