Un piccolo gioiello, ricco di foto, aneddoti e notizie, di riferimenti storici e particolari architettonici. Si presenta così il volume dedicato alla Chiesa della Beata Vergine del Soccorso, La Rotonda, appena pubblicato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo. Intitolato ‘La Rotonda di Rovigo’, il volume è l’ottavo della collana che la Fondazione ha dedicato ai tesori d’arte restaurati nelle province in cui opera: Padova e Rovigo. 
Una iniziativa speciale per il significato e il valore che il Tempio rappresenta per la nostra  città. Diversi gli usi a cui fu adibita nei secoli, per rispondere alle necessità della gente: nell’ Ottocento, ad esempio, assunse il ruolo di ricovero per i senzatetto e di magazzino per le granaglie. Luogo di preghiera e di meditazione che ben potrebbe diventare il simbolo della città che si candida ad essere la capitale della cultura per il 2020.
   La presentazione del libro, alcuni giorni fa, nella chiesa della Rotonda, è stata curata dagli stessi autori dei testi del volume, e anticipata dalle parole del presidente della Fondazione, Antonio Finotti che ha definito l’edificio di culto ” Una sintesi di arte, storia e fede, luogo unico e preziosissimo. Motivo che giustifica la presentazione degli interventi attuati  nel corso degli anni e registrati in concomitanza con la sua storia. Azioni  volte al recupero di beni di grande valore artistico e storico per valorizzarli e farne apprezzare la bellezza e la straordinaria atmosfera  che regalano in occasione dei concerti di musica (Musiché)e dei numerosi altri eventi dedicati  alla musica e al canto.
Il primo a parlare di recupero e conservazione è stato: Alessandro Rovetta, ordinario di Storia e Critica d’arte dell’Università di Milano, che ha introdotto il tema delle chiese rinascimentali a pianta rotonda od ottagonale. “Il libro che viene presentato qui – ha spiegato – vuole far conoscere questo monumento a chi si occupa di architettura e farlo entrare nel circuito dei monumenti d’arte di questo tipo. Che cosa colpisce della Rotonda?” – ha aggiunto. “Il suo essere in relazione con il sogno dell’architettura del Rinascimento che guardava all’architettura dei templi romani, quasi circolare o a croce greca con le braccia uguali per sottolineare la centralità della divinità. Forme geometriche perfette che diventano il fulcro del territorio. Un altro esempio straordinario è la chiesa di San Pietro, a pianta centrale. L’architettura sacra ha affidato a queste chiese il compito di testimoniare i propri principi e significato. Peculiare l’esempio del Pantheon che, conclusa l’età romana, venne intitolato alla Madonna.
     La devozione a Maria è stata spesso testimoniata da chiese a impianto centrale, sorte, di frequente, in seguito ad un fatto disastroso:  peste, carestie, guerre, a cui la fede reagiva dedicando nuove chiese alla Vergine. A volte queste costruzioni assumevano carattere civico dove la gente  si riconosceva come comunità. A Rovigo, l’edificazione della Rotonda è legata ad una pestilenza e San Carlo Borromeo, che non amava le chiese a pianta centrale per la loro somiglianza con i templi pagani, diede il suo benestare.
 Sulla devozione dei Polesani a Maria, è intervenuto il prof. Enrico Zerbinati, presidente dell’Accademia dei Concordi. “Rovigo e il Polesine non hanno avuto una storia vera e propria – ha precisato – a causa del susseguirsi di guerre, conquiste, vessazioni economiche e sottomissioni ora da parte degli Estensi, ora da parte dei Veneziani. Il dominio di Venezia è stato il più duro e distruttivo e le opere d’arte che impreziosiscono le pareti di questo Tempio, offerte dai podestà alla fine del loro mandato, sono state pagate dall’amministrazione pubblica e da qualche famiglia nobile che desiderava apparire. La Rotonda, però, è stata sempre difesa dai cittadini come loro proprietà, a dispetto di coloro che volevano metterci le mani sopra. E la Madonna che custodiva era considerata miracolosa.
    Mariangela Bordin, neolaureata in Conservazione dei Beni architettonici e culturali, grazie alla tecnologia di oggi, sta cercando di dare nuove risposte alle domande ancora irrisolte della Rotonda, raccogliendo in un data base tutte le informazioni d’archivio. Leobaldo Traniello, studioso di storia dell’arte e dei monumenti rodigini, ha posto ai presenti la domanda:” A cosa serve l’arte e la bellezza?”  ” A dare piacere” – ha risposto”  e ha proseguito ricordando gli articoli scritti, oltre 50 anni prima, per un quotidiano locale, per promuovere il turismo in città.
 Nel 1969, curato dalla Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, era uscito il primo libro ufficiale dedicato alla Rotonda, a cui Traniello aveva collaborato assieme a un paio di polesani. “Altre volte si era tornati sul tema, cercando di cogliere possibili novità” – ha dichiarato. E ha concluso: “Anche oggi c’è poco da aggiungere ma proseguire serve a rafforzare l’opera di riconoscimento e appropriazione di una realtà che possediamo e se ci emozioniamo riusciamo a rafforzare quel
particolare senso di cittadinanza che ciascuno di noi ha dentro di sé. La conclusione, affidata a Valeria Tomasi, ha ricordato i diversi interventi di restauro effettuati nei secoli e iniziati poco dopo il completamento della costruzione. Particolarmente importante il ciclo di restauri iniziato nel 2003, su segnalazione dell’ allora presidente del Comitato di gestione della Rotonda, l’ingegner Pino Padoan. Lavori complessi e delicati proseguiti per diversi anni e sostenuti dalla Fondazione Cariparo, conclusi con il consolidamento del campanile.
  Alla fine dell’incontro, il libro sulla Rotonda è stato consegnato in omaggio a tutti i presenti.
Lauretta Vignaga