La fantasia del segno, la suggestione del colore.  Maura Mattiolo espone in Fattoria

E’ tornata ad esporre al Centro Commerciale ‘La Fattoria’ la pittrice Maura Mattiolo, nota per la ricchezza e la varietà dei soggetti e la suggestione dei colori che caratterizzano le sue tele.  In allestimento fino al 16 giugno compreso, l’ esposizione  di Maura Mattiolo è costituita da opere di dimensioni piuttosto grandi che testimoniano la necessità di spazi per i suoi orizzonti e la ricchezza delle sensazioni che sgorgano e si moltiplicano dal suo rapporto con la natura, il paesaggio, i luoghi conosciuti e amati rimasti impressi nella mente in attesa che il pennello li riportasse alla luce.
I temi più frequenti sono i paesaggi di mare dove il turchese si stempera nel blu e raggiunge l’orizzonte per diventare una cosa sola con il cielo che vi si sprofonda. Altrove, al blu intenso si affianca il viola, sfumature di arancio  e ampie porzioni di rosso cupo per contornare cupole e campanili che si perdono in lontananza.  E come non notare  la bellezza della campagna d’estate con l’esplosione di mille colori, quando la volta del cielo e i declivi dei colli sono gialli come il grano maturo. Incuriosiscono I vestiti custoditi nel guardaroba, sfavillanti di rosso e raffinati nell’ondeggiare delle pieghe di seta nera. Tra finito e infinito, tra cielo e terra , astratto e concreto, si mescolano e confondono nuove tonalità, densità insolite che impregnano la tela e regalano spessore e rilievo al prato e al declivio del colle che si insinua fra le case del borgo.  Scenari che raccontano la magia dei sogni e la delusione del loro svanire. Così il verde tenue sullo sfondo di un cielo azzurrino si  lascia offuscare dal giallo oro del  sole che sta calando e, più in basso, larghe spatolate di nero  si avvolgono intorno al buio che avanza. Pochi alberi e un paio di case bastano a esaltare la grandezza del tramonto che incendia il cielo e la terra prima di arrendersi al nero cupo della notte . Un breve arco di tempo e  le visioni di Venezia  tornano ad aleggiare sulla laguna tra pennellate di rosa.
Come un piccolo capolavoro ci appare la composizione di petali rossi e gialli racchiusi in un velo trasparente; raccontano di un sogno svanito troppo in fretta,  assieme alle speranze di quando eravamo ragazzi. Reale e concreta  la tela che riunisce i profili di tre edifici, simboli di sacralità: il profilo di una capanna,, il campanile di una chiesa e la cupola rotonda di una moschea. Blu e azzurro sulle loro sagome; attorno il rosso sangue del martirio.
Esemplare di eleganza, il quadro che esibisce due donne ben vestite e ben petttinate  che aspettano di esibirsi nella danza.
Ad arricchire l’esposizione pittorica di Maura Mattiolo la presenza di quattro ceramiche realizzate da Manuel Silvestrin, ceramista di straordinaria abilità e accuratezza nel sagomare la creta e cuocerla; completando, quindi, il processo con l’invetriatura che fissa il colore e la decorazione conferendo all’oggetto una straordinaria lucentezza e bellezza
Lauretta Vignaga