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Rovigo, Veneto –  Per la prima volta nella sua storia, l’ Ordine degli ingegneri, costituito nel 1926, ha festeggiato il santo patrono: San Benedetto. Mercoledì 11 luglio, ricorrenza della festa di San Benedetto da Norcia, un gruppetto di ingegneri della provincia di Rovigo, si è dato appuntamento nella chiesa della Rotonda per la celebrazione della messa officiata dal vescovo, Mons. Pierantonio Pavanello. Fondatore del monachesimo occidentale e della civiltà cristiana europea, la figura del santo è stata delineata nell’omelia tenuta dal vescovo che ha sottolineato l’importanza della diffusione della ‘Regola’ monastica del santo, che ha insegnato a vivere nell’ordine e nella pace, rintracciando nella croce, nel libro e nell’aratro gli strumenti della vita civile cristiana. “Sintesi della sua ‘Regola’ il motto ‘Ora et labora’ dove ‘Ora’ indica la preghiera e la meditazione dei sette momenti di ogni giornata e ‘labora’ , il lavoro, il darsi da fare con impegno e fatica, obbedendo all’abate e mantenendo stabilità di vita nello stesso luogo” – ha spiegato Mons. Pavanello.    ” Principi nuovi per un’epoca sconvolta dalle invasioni barbariche; che ebbero il potere di civilizzare le popolazioni d’Italia e d’Europa sconvolte da due secoli di scorrerie che avevano distrutto la civiltà romana e il mondo occidentale. Proprio perché, con la sua ‘Regola’ Benedetto ha progettato e diretto la vita cristiana e civile sia nei monasteri che tra le popolazioni incolte,  Benedetto è stato scelto come patrono degli ingegneri. Con la stessa oculatezza di un ingegnere ha, infatti, progettato i primi monasteri e incitato i  monaci a bonificare le terre deserte e insalubri che i potenti dell’epoca donavano ai monasteri. La sua influenza è stata determinante anche in Polesine dove ha fatto bonificare i terreni dell’Abbazia di Pomposa e della Vangadizza. La ‘Comuna di Ceregnano’ è ancor oggi testimonianza viva di quell’opera civilizzatrice ed evangelizzatrice” – ha concluso.

   La celebrazione religiosa è stata resa ancora più suggestiva dall’esecuzione di una stupenda ‘Ave Maria ‘ cantata dal mezzosoprano Elena Rosolin Corso, in coppia con il maestro organista Gianmaria Romanelli, accolta dagli scroscianti applausi del vescovo e di tutti i presenti. A renderla ancor più signiifcativa la dedicazione al suffragio delle anime di tutti gli ingegneri defunti, in particolare dei presidenti dell’ordine: Luigi Crocco, Luigi Milani, Dino Stori, Oscar Marin, Ivo Bolzoni, Rodolfo Govoni. Un particolare riconoscimento è dovuto all’ingegner Pino Padoan per aver sostenuto con calore l’iniziativa.
Lauretta Vignaga