Il romanzo rivelazione di un finalista del premio Campiello 2016
Rovigo, Veneto –  Inserito nella cinquina dei finalisti del Premio Campiello 2016, Luca Doninelli, autore del romanzo ‘Le cose semplici’, ha incontrato  i cittadini di Rovigo in Accademia dei Concordi, ospite  dell’associazione ‘Il Circolo’, presieduta da Paolo Avezzù.
Ed è stato Paolo Avezzù a condurre il dialogo con lo scrittore cercando di individuare quelle ‘cose semplici’ che oggi sembrano dimenticate.  Contrariamente a quello che suggerisce il titolo, per Luca Doninelli, scrivere il romanzo non è stata una passeggiata – come egli stesso ha dichiarato.
 “Dopo testi narrativi, anche piacevoli, più o meno lunghi, ho incontrato, per strada, una storia che ha finito per racchiudere infinite altre storie che con quella si intrecciano. Ho messo dentro tutto me stesso, ho messo in discussione tutto quello che pensavo e credevo; quello che pensavano e credevano gli altri e quello che io non avevo mai pensato e creduto. Ne è uscita una composizione a più voci, ambientata in un futuro prossimo, dove il mondo che conosciamo oggi non esiste più”.
   “ Ma il desiderio di felicità di cui parli  all’inizio del libro – ha chiesto Paolo, entrando nel vivo della narrazione – è destinato a esprimersi  o a sfiorire?” “Ho studiato filosofia all’Università e la domanda che ci poniamo sulla felicità riguarda tutti e più volte al giorno” – la risposta di Doninelli.  E ha aggiunto: ” ” In passato ho trattato temi diversi, ma il mio intento era scrivere un romanzo che fosse adeguato al tema, qualcosa di ‘corale’ in cui precipitare il mondo, quello che lo scrittore ha in mente. Per far questo bisogna guardare alle cose semplici, quelle che cerchiamo quando veniamo al mondo: il bisogno di amore, giustizia, pace. Mi chiedevo: ‘Una storia d’amore può essere realizzata?’. Nel romanzo c’è la storia di un ragazzo che incontra una ragazza molto giovane, bravissima in matematica; tra i due nasce una storia. Si fidanzeranno e si sposeranno quando lei avrà 18 anni. A 21 anni, Chantal, la protagonista,  ottiene la massima onorificenza per la matematica e la possibilità di trasferirsi in America, dove il marito, da lei soprannominato Dodò, l’accompagna. Poi, nella vita dei due accade l’impensabile: il mondo crolla perché  si rompe il ‘patto sociale’ – (ci sono già tanti segni di questo nella società di oggi).
   Chantal, un genio che è donna, si rende conto che senza la tecnologia, se tornassimo all’età della pietra, finiremmo per scomparire. Bisogna, quindi, conservare tutto. Chantal e il marito vengono separati dall’oceano per 20 anni; lui però, continua a favoleggiare di lei anche se al suo fianco c’è un’altra donna che attende un figlio. Per continuare a conservare le proprie illusioni Dodò comincia a scrivere. Alla fine i due si ritroveranno, per passione e per  bisogno di verità”.
   Tornando, quindi, alla domanda postagli da Paolo Avezzù, Doninelli ha spiegato: “Non posso dare risposte alla tua domanda, sarà il lettore a decidere”.
Una seconda domanda  è stata posta all’ospite del pomeriggio: “Cos’è per te la semplicità? Può essere contrapposta alla complessità? “
“Oggi, ogni scienza, attività, tipo di studi devono interfacciarsi; la complessità non può adeguarsi alla semplicità. Noi veniamo al mondo con tante richieste buone dentro di noi ma non è scontato che  poi, nella vita di ogni giorno, si trovi un pò di tempo per valutare questo. Diventiamo grandi quando scegliere ciò che amiamo diventa difficile” – ha spiegato.
 Presenti all’incontro, Gian Michele Gambato, vice direttore  Unindustria Rovigo, l’assessore regionale Cristiano Corazzari, Enrico Zerbinati, presidente dell’ Accademia, Andrea Donzelli, assessore alla Cultura del Comune di Rovigo.
Lauretta Vignaga