Rovigo, Veneto  –   A Natale del 2004 Franco Callegaro si mise in luce nella cerchia dei poeti polesani con la pubblicazione della sua prima raccolta di poesie: ‘Come panni stesi al sole’. Una novità nel panorama dei cultori dei sentimenti, della fantasia e dei battiti del cuore.Con la poesia Franco Callegaro rimetteva in circolazione le quartine a rime alternate, infondendo pacata dolcezza ad ogni tema trattato. La prima strofa annunciava l’argomento e lo sviluppava con la terza; la seconda aggiungeva i particolari e rimando con la quarta concludeva il pensiero.
  Le parole salivano dal profondo, regalavano emozioni, facevano riflettere sul senso della vita e della morte, sul dolore e le ingiustizie del mondo; sugli sfregi che ogni giorno l’uomo infligge alla natura per egoismo e smania di denaro. E c’erano i momenti belli della vita di ogni giorno: l’amore che si dona e dona la vita, i figli, le ricorrenze festose. 
 Ad accompagnare tutto questo, l’osservazione attenta e la registrazione dei cambiamenti nella società, l’impoverimento e le difficoltà economiche di tanti, il malaffare che opprime i deboli, le  guerre e la tragedie che insanguinano il mondo.
    Altre raccolte di poesie hanno fatto seguito, nove in tutto, ciascuna formata da composizioni diverse, nate da pensieri, da circostanze vissute, da valutazioni personali sul mutare dei tempi e della società; i vizi e la corruzione che hanno snaturato l’uomo e il suo rapporto con la natura e i suoi simili.
 
   A novembre del 2017 Franco Callegaro ha dato alle stampe ‘Momenti’, l’ultima silloge, quella che attraversa tutta la sua vita nel proseguo degli anni. Pagine che radunano attimi, sensazioni, emozioni già vissute davanti alla bellezza del creato che ogni giorno racconta la bontà del Signore; riflessioni sul destino dell’uomo, sulla gente che fugge da guerre e dalla fame, che muore nel mare cercando un futuro diverso. La tristezza che  opprime il cuore davanti alla natura ammalata, all’acqua inquinata, alla terra fertile avvelenata. Lo sdegno per le violenze sulle donne indifese, per gli innocenti che non apriranno mai  gli occhi alla vita. E ritornano i ricordi del tempo passato: i giorni felici vissuti in campagna, quando ci si addormentava guardando le stelle. La gioia del primo amore. 
Poi arriva l’autunno della vita e si comincia a tracciare il bilancio dei giorni fuggiti. La tristezza avviluppa il cuore riportando alla mente i visi delle persone conosciute e di quelle amate perdute per sempre. Le ferite lasciate dalla guerra e l’orgoglio per le bellezze della nostra Italia. Ogni cosa, ogni evento che sollevi la mente o spenga il sorriso, viene da Franco Callegaro tradotto in poesia; ordito e trama di un arazzo intessuto con i suoi pensieri e la sincerità di un bambino.
Lauretta Vignaga