Rovigo, Veneto – Mentre palazzo Roverella ospiterà la mostra ‘Cinema’!, Storie,protagonisti, paesaggi, un evento che riaccende i riflettori sul territorio del Delta del Po e l’attrazione che i più famosi registi italiani hanno provato per il Grande Fiume che lo attraversa e rende unico prima di gettarsi nel mare Adriatico, in un arco di tempo che va dal primo dopoguerra all’inizio degli anni Novanta e proseguire fino al 2015, Palazzo Roncale ospiterà la ricca collezione Valsè Pantellini che conta oltre 500 pezzi. Una vera sorpresa per la città, messa a disposizione dall’Accademia dei Concordi che la custodisce nei suoi depositi. Una raccolta di reperti egizi tra le più consistenti in Veneto.  Tra i reperti  anche Meryt e Baby, i nomignoli dati alle due mummie. I reperti, provenienti da Alessandria d’  Egitto, sono giunti in città tra il 1878 e 1879 in cinque grandi cassoni per una fortunata coincidenza oltre che per la volontà dei responsabili dell’Accademia di arricchire le collezioni della loro istituzione.
  Le due mummie saranno oggetto di  una complessa indagine scientifica prima di essere esposte, per un restauro condotto di fronte al visitatori, dal 13 aprile al primo luglio.

Per moltissimi cittadini  sarà una vera sorpresa scoprire che la nostra città possiede tutto questo, grazie a un rodigino  esiliato per aver partecipato ai moti di insurrezione del Polesine nel 1848. Fuggito al Cairo, Giuseppe Valsè Pantellini prese in gestione e poi in possesso il Grand Hotel, rinominato New Hotel, che, grazie alle qualità organizzative di Pantellini, divenne il punto di riferimento per i viaggiatori del tempo, nobili, agenti dei consolati e persone ricche di tutto il mondo. Al Grand Hotel si affiancò presto l’Hotel d’Europe, meta ideale per i viaggiatori in arrivo e transito e per alcuni egittologi di grande fama. In occasione dei festeggiamenti per l’apertura del Canale di Suez,  Valsè Pantellini venne scelto dal Vicerè d’Egitto per alloggiare e assistere gli illustri ospiti internazionali.

La fama dell’imprenditore è tale da indurre, nel 1877, l’allora Presidente dell’Accademia dei Concordi di Rovigo, Lorenzoni, a rivolgersi  al concittadino per tentare di realizzare un museo egizio nella sua città natale.

 Tra il 1878 e il 1879,  Valsé Pantellini riunisce e invia a Rovigo i preziosi reperti a cui vennero ad aggiungersene altri di minore consistenza:   un numero imprecisato di reperti dal Basso Egitto da parte di Lodovico Bassani, sette frammenti di statuette donate dall’ingegner Eugenio Piva nel 1893 e sette reperti appartenuti alla famiglia Silvestri.

Le due mummie, una di giovane donna (“Meryt”) e l’altra di un ragazzo (“Baby”), vennero conservate in una teca nella posizione che avevano al loro arrivo dall’Egitto: “Baby” adagiato su “Meryt”,  come se la donna, anche nell’Oltretomba, volesse proteggere il cucciolo d’uomo.
Per gli esami a cui  saranno sottoposti, Meryt e Baby saranno per la prima volta separati. Entrambi oggetto di una precisa campagna diagnostica che prevede la loro la datazione col metodo del carbonio C14, la tomografia computerizzata (TAC), la scansione con laser scanner 3D. Il prelievo dei campioni sarà effettuato negli ambienti dell’Accademia da personale specializzato. Subito dopo le mummie saranno trasferite nella struttura ospedaliera di Santa Maria della Misericordia, per la TAC.L’importanza dell’operazione è evidente ed errori non sono concessi. Per gli interventi sulle due mummie sono stati mobilitati i maggiori specialisti.
La curatela scientifica è stata affidata al gruppo di lavoro Egitto Veneto, con il coordinamento del prof. Emanuele Ciampini e della dott.ssa Paola Zanovello, che ha studiato e catalogato, negli anni passati, il fondo archeologico dell’Accademia dei Concordi.
Partner del progetto sono l’Università degli Studi di Padova e l’Università Ca’ Foscari di Venezia, con il supporto scientifico nei vari settori di competenza: medicina e antropologia, in particolare, essendo due corpi umani l’oggetto di studio. Sui tessuti delle bende che avvolgono il corpo e su quelli che lo accompagnano, verrà fatta una campagna diagnostica che comprenda la datazione al carbonio e che sarà eseguita dal laboratorio di riferimento del Museo Egizio di Torino.


A conclusione di questa complessa fase di indagine, sarà avviato il restauro di Meryt e Baby. L’intervento è stato affidato a Cinzia Oliva, attiva  al Museo Egizio di Torino e con una importante  esperienza pregressa.
Per scelta di Accademia dei Concordi e di Fondazione Cariparo,  il restauro sarà aperto al pubblico e avverrà in Palazzo Roncale dove diverrà il fulcro attivo di una esposizione che presenterà ai visitatori l’intera Collezione Egizia rodigina.
La visita alla mostra “Le Mummie a Rovigo” sarà, quindi, una esperienza davvero unica alla scoperta di una città e di un territorio dalle mille sorprese culturali, paesaggistiche e gastronomiche. Rovigo sarà il fulcro di un percorso  tutto da scoprire, che si allargherà al Delta del Po, dove storia e natura, tradizione e innovazione  sono la vera ricchezza.

 
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Lauretta Vignaga