Musica e Danza per ridare vita all’ex stazione della corriere
Rovigo – Quinta e ultima performance, quella di venerdi pomeriggio, realizzata nell’ambito del progetto ‘Arting Pot, Fusioni d’arte’ su progetto e idea di Romina Zangirolami e Simona Argentieri, con lo scopo di ridare dignità e vita, a luoghi dismessi, dimenticati. Venerdì 9 settembre, il palcoscenico era  lo spazio antistante  la vecchia bigliettera dei pulmann, recentemente oggetto di intervento di artisti del progetto ‘I.C.A.R.O. che lo hanno allegramente dipinto e  disegnato. Ci si proponeva di coinvolgere giovani e adulti della città che su quel piazzale si erano ritrovati tante volte, in attesa di un mezzo per tornare a casa, di una persona desiderata, o di partire per altra destinazione. La proposta di rivivere il passato non ha trovato adesioni ma la magia della musica e della danza non hanno deluso.
    Coinvolgente, la danza contemporanea che lascia ai danzatori la libertà di esprimersi con le movenze del corpo, ha richiamato l’attenzione di chi transitava sulla strada soprastante ed è stata molto apprezzata da chi era giunto di proposito per vedere lo spettacolo. Non c’era la folla ma chi ha fatto cerchio attorno ai quattro danzatori, ammirando slanci e piegamenti, braccia e mani che si allacciavano e poi scioglievano i contatti ergendo i volti verso l’alto, ha davvero apprezzato lo spettacolo. A sottolineare la danza, alcuni strumenti tribali suonati da sei giovani, richiedenti asilo, seguiti dalla cooperativa Porto Alegre. Un modulo sonoro ripetitivo, fatto di poche note, che portava alla mente immagini di paesi e tradizioni lontani e molto diversi.
      Cordiali e sinceri gli applausi finali agli organizzatori che hanno partecipato al bando ‘CulturalMente, finanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, da Giorgia Businaro di Legambiente a Lino Pietro Callegarin, Circolo Arci, Il Tempo ritrovato, Romina Zangirolami, coreografa di Cantieri Culturali Creativi,  Simona Argentieri, coreografa, i danzatori: Jasmine Joy Caroli, Silvia Zanta, Fernando Pasquini,Yoris Petrillo; Rossano Tamiazzo e Marcello Martucci, coordinatori dei musicisti afro, l’architetto Enrico Maria Crepaldi, per l’allestimento scenico, Giulia Zuolo per i costumi.

    “Un’esperienza che – a parere di tutti i presenti – vale, comunque, la pena di ripetere”.