Rovigo, Veneto – Nato a Fiesso, da una famiglia residente a Castelguglielmo, Paolo Zambonin ha trascorso tutta la vita attiva nella città altopolesana svolgendo la professione di ragioniere del Comune. Avendo la possibilità di essere quotidianamente informato su eventi e scelte politiche e ammministrative del suo Comune, venne scelto come corrispondente dal quotidiano ‘Il Gazzettino’, edizione di Rovigo, mansione che Zambonin svolse per 44 anni, fino al 2006, quando si trasferì a Rovigo.
Una passione, quella per la scrittura, maturata in parallelo con quella per la pittura che tante soddisfazioni gli regalava con le delicatissime composizioni floreali, i ritratti di persone incontrate nei luoghi delle vacanze e gli scorci di paesaggi e ambienti urbani di Rovigo. La sua abilità di scrittore, però, andava ben oltre la stesura delle cronache di paese che quotidianamente redigeva per ‘ Il Gazzettino’. Castelguglielmo e gli altri paesi attorno, sul finire della seconda guerra mondiale, erano stati lo scenario di atroci fatti di sangue, rappresaglie e vendette ancora ben presenti nel cuore e nella mente degli abitanti di quei luoghi. Eventi che Paolo Zambonin apprendeva dalla voce di chi ne era stato testimone.

Nel 1999, nasce ‘Giulia’, romanzo d’amore e sull’amore, iniziato come un racconto e poi trasformatosi in un’opera di largo respiro. Lo stesso anno, alla fine di novembre, viene dato alle stampe: ‘Un’ alba nuova verrà’, ricostruzione dei sanguinosi fatti di Villamarzana, dal rastrellamento all’eccidio. Un evento di incredibile ferocia verificatosi tra Castelguglielmo e Villamarzana che coinvolse tutti i luoghi attorno: Pincara, Precona, Bressane, Cascina Stargarde di Villamarzana, e la campagna, senza strade e punti di riferimento, dove aveva trovato rifugio e nascondiglio un gruppo di partigiani. A Villamarzana si erano infiltrati quattro fascisti per scoprire i luoghi dove i partigiani si nascondevano e le azioni che progettavano di mettere a segno. Furono, però, scoperti e trucidati.
La vendetta nazifascista si scatenò con ferocia inaudita. Un centinaio di persone, cadute in un rastrellamento, furono impriginate, torturate e seviziate. Una decina morirono. Altri 42 vennero condannati a morte per fucilazione alla schiena e trasferiti a Villamarzana in attesa dell’esecuzione; nove di loro erano poco più che adolescenti. La fucilazione, sulla piazza del paese, fu eseguita con sei condannati alla volta , cominciando dai più giovani.
Il racconto di Zambonin, estremamente minuzioso e ricco di particolari ripresi dagli atti del processo e raccontati dai sopravvissuti, tocca profondamente la mente e il cuore dei lettori. Testimonianza diretta e inoppugnabile dell’odio che aveva travolto gli italiani mettendo gli uni contro gli altri persone dello stesso territorio e della stessa comunità.
Con ‘Giorni di guerra. Ricordi giovanili del Caporale Beppe’, pubblicato nel 2004, si passa dalla guerra narrata alla guerra vissuta in prima persona. Paolo Zambonin ha raccolto dalla viva voce di Beppe, le peripezie, le paure e le sofferenze vissute durante sei anni di servizio militare tra Albania, Grecia e Jugoslavia e prigionia in Germania. Un racconto scritto in prima persona dove tutto è reale.
Collaborando con ‘Il Gazzettino’, Zambonin si è occupato della Comunità ‘Incontro’, struttura dell’ organizzazione di don Pierino Gelmini destinata al recupero di persone con problemi di tossicodipendenza. alcolismo, ludopatia. La casa, situata a Runzi di Villamarzana, era stata donata da alcuni agricoltori del luogo per aiutare i tanti giovani con problemi di droga presenti sul territorio. A Runzi Zambonin conosce Peter e con lui instaura un rapporto di dialogo e fiducia che diverrà la sostanza del romanzo ‘Percorsi di vita’, pubblicato nel 2015. Alla storia e alle esperienze di Peter si intrecciano quelle di altri ragazzi: Luca, Elena, Nicola, che l’autore accompagna in un percorso dove amore e solitudine, delusioni e incertezze, errori e redenzione, la droga e il bullismo stanno sullo sfondo, pronti ad entrare in gioco e scatenare l’infelicità. Una narrazione coinvolgente dove l’introsezione psicologica mette a nudo debolezze e difficoltà di tanti giovani del nostro tempo dominato da egoismo e indifferenza. Nonostante tutto, però, trovano la forza di riscattarsi perchè non hanno smesso di credere nei valori della vita.
Lauretta Vignaga
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.