‘Vivrò per sempre’ sostiene la Lilt nella lotta contro il cancro 

Rovigo, Veneto – Pomeriggio di solidarietà e di grandi emozioni quello vissuto dalle tante persone presenti nella Sala degli Arazzi dell’ Accademia dei Concordi martedì 29 gennaio scorso. In programma un evento di solidarietà che univa Patrizia Ferrante, autrice del romanzo’ Vivrò per sempre’, e Maria Iside Bruschi, presidente Lilt – Lega italiana lotta contro i tumori – sezione di Rovigo. A sostegno della Lilt, dei suoi programmi di ricerca e delle diverse iniziative avviate per dare sollievo a coloro che stanno combattendo la terribile malattia, Patrizia Ferrante aveva, infatti, destinato il ricavato della vendita del suo libro d’esordio ispirato alla sua vita di moglie e di madre e alla felicità vissuta finchè il cancro alla prostata non  ha troncato anzitempo la vita di Ermanno, suo marito.  Una perdita incolmabile, all’inzio, che, lentamente, ha trovato una sua ragione d’essere, perché ‘Il bene vince adagio’, come scrive Patrizia nelle pagine del testo.

Del ruolo indispensabile che solidarietà e vicinanza rivestono quando ci si avvicina a persone che combattono il cancro hanno parlato sia il  professor Giovanni Boniolo, presidente dell’Accademia dei Concordi, che Maddalena De Luca, prefetto della Provincia di Rovigo, durante i rispettivi interventi di  saluto. E’, quindi, intervenuta la presidente Lilt, Maria Iside Bruschi, per ringraziare Patrizia Ferrante del dono all’associazione e per sottolineare la generosità e la grande disponibilità di tutto il personale della Divisione di Oncologia dell’ Ospedale di Rovigo; dei volontari e dei familiari che, con amore, stanno vicino ai malati cercando di donare un sorriso. Poi sono giunte le testimonianze del dottor Crepaldi, delle dott. Gusella e Pellegrinelli oncologhe, socie Lilt e assegnatarie di borse di studio Lilt finalizzate  a sostenere i laboratori per lo studio e la sperimentazione  delle varie patologie oncologiche, con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo. Ricerche che partono da un trattamento con medicine uguali per tutti e poi personalizzate  perchè ogni tipo di cancro è diverso dall’altro.  Nei  casi di patologie simili, la sperimentazione si fissa sui biomarcatori che permettono di capire chi, fra i pazienti, avrà i migliori risultati con lo stesso trattamento. Determinante la sperimentazione  sui tumori intestinali dove si valuta la tossicità rilevata su ciascun paziente e in base a quella si stabilisce la quantità di farmaco da iniettare. Meno è il tempo in cui il farmaco  è trattenuto nel corpo, più il paziente è a rischio. Di primaria importanza anche la sperimentazione sul cancro al seno  e al polmone , dove si riscontrano risultati diversi a seconda della quantità di farmaco somministrato
  L’attenzione del pubblico in sala,  si è, quindi, rivolta alla organizzatrice del’incontro e sul libro ‘ Vivrò per sempre’. ” Ho presentato il romanzo a inizio ottobre 2018, all’Hotel Regina Margherita, con il proposito di donare il ricavato a una associazione di volontariato, ma non sapevo a chi rivolgermi” – ha esordito Patrizia. “Il pensiero di ritornare nei luoghi dove si erano consumati gli ultimi giorni di vita di mio marito era inaccettabile. Tuttavia la bellissima esperienza di amore e di affetto che aveva reso unica la mia vita meritava di essere condivisa. Anche i giorni della sofferenza non potevano essere cancellati perché il legame che si era creato con Ermanno, le piccole gioie che allietavano ogni giorno da vivere erano diventate preziose. Quindici anni di malattia con tanti momenti difficili  ma anche di gioia con i figli riuniti a tavola, con gli  amici e le persone gradite. Sempre con fiducia infinita nella Provvidenza e nella bontà di Dio.”. – le sue parole. E ha concluso: “Il libro mi ha regalato enorme soddisfazione. La perdita di Ermanno mi ha spinto a uscire di casa e girare in altri luoghi e province. E l’invito a tornare nel reparto di Oncologia e diventare una volontaria, nonostante il dolore che provavo, mi è sembrato l’unico modo per ritrovare l’affetto che avevo perduto. Ho deciso di donare quel pò che ho potuto e assieme alle altre volontarie seguo le istruzioni di Maria Iside e partecipo alla realizzazione di progetti destinati a rendere meno tristi le giornate di quelli che attendono  di poter  iniziare le cure  adatte alla loro patologia”.

Lauretta Vignaga