A Porto Viro, l’Università Popolare polesana riprende l’attività con musica e poesia

   Porto Viro, ( Rovigo ) – Veneto    Un pomeriggio di sole, da far invidia alla piena estate, ha segnato la ripresa dell’attività  dell’Università Popolare Polesana e per la terza età nella città di Porto Viro. Una giornata di festa contrassegnata dall’arrivo dei tantissimi iscritti, soprattutto donne, a gruppi di due, tre persone impegnate a scambiarsi i saluti e i  commenti sulle vacanze trascorse e le domande sui corsi da frequentare  nei mesi a venire. Conclusi gli arrivi, il teatro del  Centro giovanile salesiano di San Giusto  era al completo. Ciascuno in attesa di conoscere le novità che il gruppetto posizionato sotto il palcoscenico avrebbe portato e raccontato. Un’occasione particolare dato che si  inaugurava  il ventesimo anno dell’Università popolare a Porto Viro.
  Ospiti del pomeriggio: il prof, Fulvio Capostagno, Leone Rigolin, Arnaldo Pavarin, Bruno Paganelli, Primo Andreoli. A Leone Rigolin, figlio del maestro Giuseppe, per lunghi anni insegnante  e residente  in quella zona del Polesine, è stato affidato il compito di aprire il dialogo con i presenti e  introdurre ‘Voérghe ben a la vita’  l’ultima raccolta di poesie di Arnaldo Pavarin, uno degli autori più versatili e ricchi di fantasia e  sensibilità.  Il volumetto rappresenta il punto d’arrivo della ricchezza d’animo, della verve e dell’affetto per il Polesine e la sua gente che Pavarin ha coltivato durante tutta la vita. Il condensato di una esistenza semplice, sempre disponibile verso gli altri, ricca della saggezza e della fede che guidava l’esistenza dei nostri ‘nonni’.
Il professor Fulvio Capostagno, autore della prefazione della raccolta poetica di Pavarin, ha introdotto i temi delle liriche che sarebbero poi state lette dall’autore:  le bellezze del Polesine e le caratteristiche di alcune città e paesi. Mestieri e tradizioni del passato; affetti e ricordi della famiglia; gli amici di oggi e di ieri, il tempo della giovinezza, così diverso da oggi, le tradizioni di ieri e il mondo che cambia. La fede sempre viva, la fiducia nella bontà del Creatore e le piccole gioie che rallegrano il cuore quando si è utili agli altri.
Fra tante citiamo: ‘Porto Viro’ , ‘I nostri veci’; ‘El me Delta’;  ‘A Luisa’; ‘Quando ca jero putin’; Una storia d’amore’ ; ‘El senso de’a vita’; ‘Ricordando ‘n’ amigo’ , ‘ Sorridendo alla vita ‘ ‘La strada della vita’; ‘ L’amigo vero’,  ‘A Papa Francesco’ e molte altre, in italiano e in dialetto.
Il tutto concluso da aneddoti e  facezie in dialetto di grande comicità.

A rendere particolarmente piacevole il pomeriggio i brani folkloristici della tradizione polesana ,  canzoni e  ballate  eseguite dal professor Bruno Paganelli alla fisarmonica.  Un mix che ha elettrizzato tutti i presenti.