Rovigo, Veneto –  Una vecchia ‘corte’, racchiusa tra i muri perimetrali delle case che una volta vi si affacciavano. Da un lato il pozzo e, lungo la cinta di mura di mattoni rossi, sbrecciati  dal tempo,  una raccolta di  fotografie  in bianco e nero che raccontano il  passato  del Polesine, la nostra terra. Il lavoro nei campi dall’alba al tramonto, scandito dalle stagioni e dai prodotti che si dovevano seminare, pulire dalle erbe infestanti, diradare per favorirne la crescita e infine raccogliere.  Poco più in là, la riproduzione di alcuni attrezzi in legno per vangare, raschiare, zappare e rastrellare, spiegano, a chi non ha nozioni del tempo antico, che la fatica di lavorare la terra piegava, indistintamente, la schiena di uomini e donne, braccianti e contadini.
   E’ lo scenario individuato dall’ Associazione Cantieri culturali creativi e dalla rete di ‘Artisti a km zero’, per presentare  ‘Primordiale’, performance collettiva che si fa ‘canto di terra e di acqua’ e nasce dal progetto ‘Racconta Rovigo’. Si tratta del cortile interno dell’ Associazione Coltivatori diretti, di via Alberto Mario, messo gentilmente a disposizione per la rappresentazione, che si rivela ‘perfetto’ per dialogare con i protagonisti della storia.
    Entrato il pubblico e sistemato lungo il muro che delimita la ‘corte’, a partire dal lato destro del cancello, lo sguardo di ciascuno viene catalizzato dalla figura di una donna vestita di nero, seduta su un alto sgabello, il viso assorto e gli occhi abbassati. Ai lati due giovani donne con alcuni sacchi di iuta che, poco dopo, hanno cominciato a rovesciare ai suoi piedi offrendole il contenuto.  La percezione generale identifica la donna,  che sovrastava per altezza tutti i presenti, come  la Terra, Madre di tutti i viventi. Ricevuta  l’offerta, la donna si alza dallo sgabello e, trascinando dietro di sé quello che appare come un giogo, si è dirige verso un albero rigoglioso, guardandolo e toccandolo con rispetto.
    Nel frattempo, una donna dalla voce soave , in piedi accanto al pozzo,  comincia a parlare degli uomini che si sono diffusi sulla terra e con loro sono cresciute e si sono moltiplicate le piante e i semi che hanno nutrito altri uomini e propagato il genere umano.  “Ci vuole attenzione per le giovani creature che crescono. Oggi per crescere davvero, bisogna rallentare; essere più consapevoli e vicini ai giovani, alle problematiche della loro vita” – dice. Madre Terra, a sua volta, muovendosi spedita sui trampoli, si dirige  verso il muro su cui sono appesi gli attrezzi per lavorare la terra e, impugnata una specie di falce,  comincia a rotearla attorno con occhi pieni d’ira, forse consapevole dei disastri che il genere umano avrebbe compiuto verso la natura che gli era stata donata. Tornata la  quiete entra in campo il secondo tema costitutivo di ‘Primordiale: l’acqua. Alla fonte primaria della vita viene  dedicata la lettura di versi tratti dalle ‘Georgiche ‘, di Virgilio, brani di poesie di Franco Arminio, poeta italiano, e della poetessa polacca Szymbozska Wislawa, premio Nobel  per la poesia nel 1996.
  Terminata la performance, spazio alle domande e alle curiosità con le precisazioni che il testo recitativo è stato prodotto in sole otto ore, grazie alla intesa raggiunta subito da tutti ‘gli artisti a chilometro zero’, in perfetta sintonia con il luogo scelto. Da aggiungere la capacità di fare squadra e mettersi in rete scambiando idee e mettendo in atto proposte. Questi i loro nomi: Antonia Bertagnon, Beatrice Pizzardo, Elisabetta Capostagno, Miranda Greggio, Luigi Gioli, Romina Zangirolami, Vincenzo Madrigrano.
   Per coloro che non avevano seguito le fasi preparatorie Pierpaolo Fabbris  ha riassunto  come è nato e ha preso forma il progetto di base,  ‘Racconta Rovigo’, che verrà arricchito dalle due performance previste l’una per l’inizio di settembre; l’altra per la fine dello stesso mese. Spazio, quindi, alle domande, alle curiosità e all’ aperitivo a base di frutta e verdura fresca e vino, fornito dall’Associazione Campagna Amica, la più grande rete di produttori agricoli del territorio.
Lauretta Vignaga