Al via la 25esima rassegna ‘Corte teatrale in castello’.

Arquà Polesine  ( Rovigo) – Veneto.      Un teatro dalla storia piuttosto insolita, quello che ha messo le radici ad Arquà Polesine e, fra pochi giorni, darà il via alla 25esima rassegna ‘Corte Teatrale in Castello’.  Una storia che trova origine negli anni sessanta del secolo scorso. Una passione per il teatro che viene istillata daun’insegnante della scuola media locale, Giovanna Garbato, che amava questo tipo di spettacolo e lo aveva fatto amare dai suoi allievi.   Nel 1969, la professoressa Garbato prepara, con i suoi alunni, la recita  ‘I rusteghi’, commedia in lingua veneta di Carlo Goldoni.  Il caso vuole che, nello stesso anno, la commedia venga inserita  nel cartellone del Teatro  Sociale di Rovigo, con la  dalla compagnia di Tonino Micheluzzi.  Per l’insegnante si profila un’ottima occasione per arricchire la propria attività didattica e accompagna  i suoi ragazzi al Sociale per intervistare il regista  Micheluzzi. Fra loro c’è  un giovanissimo Giorgio Libanore, oggi regista della compagnia Proposta Teatro Collettivo Arquà Polesine, una delle compagnie più longeve nel panorama del teatro amatoriale Veneto.
     Negli anni che seguono – siamo negli anni ’70 – l’attività teatrale continua a piacere e coinvolgere gli abitanti di Arquà che trovano accoglienza nella parrocchia, dove, allora, c’era un giovane cappellano pieno di iniziative: don Giuliano Zattarin.  I testi scelti per il palcoscenico risentono del clima sociale e delle difficoltà del periodo, motivi che sostengono e rafforzano l’interesse della comunità arquatese per il teatro
Ne sono coinvolte persone di tutte le età e livelli sociali: c’è voglia di fare,  di stare insieme, condividere progetti e realizzare eventi.  Giorgio Libanore, in questo periodo iniziale, svolge il ruolo di sceneggiatore. Rielabora concetti e atmosfere dei testi selezionati per armonizzarli con il clima del periodo  storico, agitato da dibattiti sociali, dall’ insofferenza della gente verso il potere costituito che ostacola  libertà e autodeterminazione.
Nel 1975, con la regia di Mauro Brazzo, avviene il debutto ufficialecon l’allestimento di una commedia tra le più blasonate del teatro di tradizione ma rivisitata in chiave comica e farsesca, adatta ad un pubblico  che aveva voglia di divertirsi dimenticando le preoccupazioni. Così ‘La bisbetica domata’, di William Shakespeare, diventa: ‘La Bisbetica è domata ?’, con tutte le implicazioni che un tale titolo suggerisce. E c’è l’aggiunta della musica.
   Quindi nel 1975  nasce la ‘ Compagnia Proposta Teatro Collettivo di Arqua Polesine’ ; Giorgio Libanore è uno dei fondatori e dal 1982,  assume il ruolo di  regista e, quindi, presidente della compagnia. In pratica l’anima stessa del gruppo. Il pubblico, davanti al palco, ride e si diverte, piange e si commuove assistendo a quello spettacolo che è la vita stessa.
 Tra il 1979 e il 1991, vengono portati sul palcoscenico  diversi lavori che rispecchiano il gusto per la farsa e il grottesco  e coinvolgono gli spettatori con lo scambio dei ruoli e i drammi vissuti da persone di alto rango. Emerge la contraddizione tra individuo e società,  mondo rurale e mondo urbano.  Citiamo: ‘I due gemelli veneziani’, di Carlo Goldoni; ‘Macbett’, di Jonesco; ‘ Bertoldo a corte’, di Massimo Dursi;  ‘La corte de le Pignate’, di Eugenio Ferdinando Palmieri; ‘L’erba garba’, lavoro frutto di un’esperienza molto particolare di “teatro collettivo” attuata dalla compagnia, segnalato come miglior lavoro originale al ‘Premio G. Totola’ di Verona. E ancora: ‘Il tutore in balanza’, ovvero la pupilla ritrovata’ di C. Goldoni e ‘El Barbajozo’, di Gianni Sparapan.  Molti i riconoscimenti ottenuti dalla compagnia in occasione di Festival nelle varie località del Veneto e grande la rinomanza acquisita in tutto il Polesine e non solo.    Al teatro di tradizione cominciano ad affiancarsi opere inedite; iniziano le collaborazioni e le rievocazioni storiche come: ‘Fratta carbonara’, e ‘Il viaggio in Italia di Cristina di Svezia’.
    Dal ’77 al ’78 si realizzano due lavori: ‘La venexiana’, di autore anonimo, e ‘Il Tartufo’, di Molière, cercanhdo di attuare una regia collettiva, senza l’intervento del regista.
   All’inizio, i recitanti erano una quarantina, amici di Arquà e di Rovigo che si scambiavano idee e dibattevano per arrivare ad una sintesi comune. Alla fine degli anni ’90 l’organico si riduce, entrano attori provenienti da altre compagnie e parecchi se ne vanno ottenendo affermazioni personali o fondando altre compagnie. La scenografia si riduce all’essenziale; la sperimentazione si intensifica rielaborando  testi classici come: ‘ Il borghese gentiluomo’ di Molière.  Con la messa in scena, nel 2000, di ’14 novembre 1951, la rotta del Po’, tratto dal libro di Vittorino Vicentini, le atmosfere ricreate, il dramma dei personaggi e la ridda delle emozioni sono rese magistralmente dal gioco di luci e ombre, suoni, immagini e voci che si alternano e si fondono diventando poesia . a gennaio 2002, nella chiesa di Pezzoli di Ceregnano, parrocchia retta da don Giuliano Zattarin, va in scena : ‘L’uomo che cammina’, evento unico ispirato alla figura di Cristo.
   Con il nuovo secolo la Compagnia Proposta Teatro Collettivo torna all’ambiente polesano riportando in scena:  ‘La corte de le Pignate’, di  Palmieri, cui segue la comicità irresistibile di ‘Rumori fuori scena’, rielaborazione del lavoro di Michael Frayn e:  ‘La badante de Costante’, di Gianni Sparapan. Nel 2012, ‘Un fremito d’ali’ – la vita di padre Pio, vista dagli angeli – è un vero kolossal che approda anche al Teatro Sociale di Rovigo. Nel 2014 va in scena: ‘Cocktail al circo’, dedicata all’autore polesano Enzo Duse.  La carellata delle rappresentazioni si conclude con i lavori realizzati tra il 2015 e il 2017: ‘El Barbajozo’, di Sparapan; ‘Strazeosi…..Ferovecio’,  atto unico costruito su una serie di interviste fatte dal giornalista Cristiano Draghi; ‘Donne in guerra’, sulla quotidianità femminile nel Polesine del secondo conflitto mondiale, tratto dalla ricerca storica di Sonia Residori.
Lauretta Vignaga