Come gli artisti a Km zero vivono e sentono questa città
Rovigo, Veneto –   L’ attesa, i preparativi e l’agitazione mediatica che hanno anticipato e accompagnato il ‘Maggio rodigino’,  mese  diventato il simbolo della vivacità culturale e creativa, dello spirito di iniziativa del capoluogo del Polesine,  realtà molto diverse nei fatti, ha spinto un gruppetto di artisti, spiriti liberi che da tempo si impegnano a pubblicizzare  luoghi di pregio del contesto urbano allo stesso modo che vie, cortili  e aree commerciali ormai vuote, a passare all’azione partendo dal basso. Idee nuove, disponibilità, volontariato per dimostrare che Rovigo può essere piacevole, divertente e accogliente tutto il tempo dell’anno, coinvolgendo le sue stesse forze creative.
   Il progetto, lanciato dalla coreografa e insegnante di danza moderna Romina Zangirolami, direttrice artistica dell’associazione ‘Cantieri culturali creativi’, ha cominciato a prendere  forma e a svilupparsi  grazie ad una serie di incontri settimanali, a partecipazione libera, tenuti il lunedì sera al bar, ristorante: ‘Il Locale’,  in via Miani, in cui ciascuno ha espresso idee e  pareri, si è reso disponibile a lavorare  per progettarne la fattibilità. Il prodotto, in fase di realizzazione, è una performance  che mette insieme arti diverse: dalla  musica alla parola, dalla poesia alla danza alla costruzione dell’ambiente.
    Gli incontri,  coordinati da Pierpaolo Fabris, presidente dell’associazione ‘Cantieri culturali creativi’, sono inizati ad aprile e hanno registrato la partecipazione di svariati protagonisti della cultura, della musica e dell’arte rodigina. Alla fine di ogni incontro, una registrazione di  quello che ciascuno aveva raccontato, nel bene e nel male, su questa che è la nostra città, assieme a suggerimenti, proposte, impegno a collaborare e condividere responsabilità.
Il mio interesse per l’arte e la cultura, mi hanno indotto a partecipare a un paio di questi incontri, occasione per sottolineare  il forte spirito associazionistico che connota la società rodigina, reso tangibile dal numero incredibile di circoli, associazioni, gruppi a cui aderiscono appassionati di pittura, poesia, scrittura, arti creative di tutti i tipi. I soci sono persone dai quarant’anni in su. che hanno deciso di perfezionare l’arte dello scrivere, la pittura, la fotografia; di avvicinarsi alla musica, al ballo, al teatro amatoriale. Senza contare  i tantissimi cultori delle discipline sportive: ginnastica, corsa, tennis, e tutto quello che aiuta a mantenere il fisico tonico. Ogni gruppo con le proprie finalità, programmi, scopi da perseguire,  attività tradizionali e mostre collettive alla fine dell’annata, presentazioni di opere letterarie singole e di antologie collettive.  Inesistenti, o quasi, le proposte di collaborazione, i progetti da condividere per un target temporale più lungo o un traguardo più grande. Altra caratteristica diffusa: la mancanza di orgoglio, la tendenza a sottovalutare, o peggio, a schernire, quello che producono gli altri; la mentalità ‘piccina’, ereditata da un passato di sottosviluppo e sottocultura  che induce a snobbare o sminuire le grandi mostre che, annualmente, vengono proposte a Palazzo Roverella, sede istituzionale della Pinacoteca dell’ Accademia dei Concordi.
    Da sottolineare, ancora, la scarsa lungimiranza, mostrata in varie occasioni, nella gestione del patrimonio archeologico custodito nel Museo dei Grandi Fiumi. La ricchezza del materiale rinvenuto nel sito di Campestrin, dove si trovava uno dei più importanti ‘laboratori’ per la lavorazione dell’ambra, materiale ricercatissimo in epoca preistorica, assieme al corredo funebre della ‘dama di Chiunsano’ e ai reperti recuperati nelle necropoli nei pressi di Gaiba, potrebbero  diventare occasione di visitazione per Rovigo se venissero opportunamente pubblicizzati nelle fiere e nei convegni dedicati all’archeologia che si svolgono in Italia, e valorizzati da eventi che facciano conoscere la storia e il passato antichissimo del Polesine.