Luciano Bonvento, la vita in poesia

Rovigo, Veneto – Luciano Bonvento se n’è andato, in silenzio, il dieci di maggio, di questo 2020.  Ci ha lasciato il ricordo della sua grande umanità, l’amore per le cose semplici, per questa terra polesana dove è nato  e la sua gente, con cui ha condiviso attese e speranze di un futuro migliore.
Ci ha lasciato la bellezza della sua poesia, la memoria  del suo carattere allegro e gioviale, pronto  all’amicizia e aperto alla solidarietà.
Come poeta, si è messo in luce in occasione del Natale del 1973, quando vince il concorso lanciato da Radio Blu, una emittente privata. Nel 1981 arriva il 1° premio del concorso ‘ Alda Cordella’ a Badia Polesine, e, nel 1986,  partecipa alla ‘Corrida’, notissimo programma di Canale 5,condotto da Corrado Mantoni.
 La profondità dei suoi sentimenti e il valore dei concetti espressi, sia in dialetto che in italiano, lo rendono uno degli  autori più noti e premiati nelle competizioni poetiche organizzate in tante città d’Italia : oltre 30 tra Veneto, Emilia Romagna, Lombardia, Toscana e Piemonte.
Più tardi, alla passione per la poesia, per una dozzina d’anni, aggiunge la partecipazione al gruppo ‘Cante e Ciacoe’, con il  compito di far conoscere le tradizioni polesane con concerti di musiche popolari, poesie e brevi racconti, arricchiti di                    facezie e ironia.  Luciano aveva il ruolo di corista e poeta che  incantava  il pubblico con le sue rime in dialetto e i ricordi  della vita di una volta.
Oltre 50 i primi premi che gli furono consegnati e innumerevoli i secondi e terzi premi e le segnalazioni. Nel 2016 si  aggiudica il premio letterario internazionale:  ‘Energie per la vita ‘, promosso dal Lions club International di Rho, Milano.  Molte  sue poesie sono state inserite in antologie o pubblicate su riviste letterarie. Per la sua chiarezza e spontaneità         nello scrivere in versi è stato definito ‘poeta crepuscolare’  da alcuni  critici letterari. Una definizione  che sottolineava  l’attenzione  di questo figlio del Polesine  per le persone umili e le difficoltà delle loro esistenze. Cose di poco conto, per  altri, che Luciano Bonvento sapeva comprendere e interpretare nella sostanza.
 La produzione poetica di Luciano Bonvento è raccolta in due volumetti:  ‘Se lo potesse il cuore’, silloge di poesie in   italiano, e ‘ Se gà sarà nàntro balcò’, volumetto di composizioni dialettali.  I suoi testi ispirati alla classicità, non tralasciano mai la ricerca linguistica e la precisiona formale pur se il vernacolo è , spesso, venato di malinconia.

Concludo questo ritratto di Luciano Bonvento, frutto di una intervista che gli dedicai nell’ottobre del 2017,   con la poesia ‘El xe tenpo perso’, capolavoro di ironia e leggerezza sulla sorte che tutti attende.

“Quando  el tabàro / dé a ‘sio’ra betìna’ / m’infagotarà i o’ci / e tuto el me co’rare / el’ndarà a sbàtare / do’sso el muro de’a fine / fé finta  de gnénte,/ no’ xé inportante, / xè zà sucesso par tanti / e sucedarà par tuti: a éla/ no’ ghe sca’pa nessun./ Morire xé ‘na ro’ba natura’e./ No’ serve pian’zare,/ el xé tenpo perso. / La vita e’a xé ‘na scarpìa / tacà al muro del tenpo / che ‘a sco’a del destin destàca / quando la vòe éa./ Portéme via cantando / cò ‘ a banda che so’na, / ridì de’ e barzeléte / che mi cuntàvo in conpagnia, / lezìme la me ùltima poesia./ Metìme viçin a ‘e man / quatro bòce, on màzzo de carte, / e invénze de dire ‘el xé morto’, / sù’ a me tonba scrivì:/ ‘El xe drìo recupérare  / tuti i soni ch’el ghéva perso…”.

Lauretta Vignaga