Riscoprire la fiducia in se stessi e negli altri

Al Teatro in Bustine: ‘ Come vincere la solitudine’. L’esperienhza di Milka Panayotova

Rovigo, Veneto —   Presente a Rovigo per alcuni giorni, Milka Panayotova, artista internazionale, è stata ospite  di Romina Zangirolami nella sede di  Spazio Contemporaneo, per una performance partecipativa   che coinvolgeva, oltre agli ospiti del ‘ Teatro in Bustine ‘, alcuni giovani, diversamente abili,  della  Cooperativa ‘Titoli Minori’ , con sedi a Chioggia e a Porto Tolle.  Grazie al suo lavoro  sulle relazioni umane e sulle sensazioni, Milka è giunta alla conclusione che la solitudine è una minaccia sempre più evidente per la socialità dei mammiferi. Come antidoto, offerto ai partecipanti  per riappropriarsi della naturale propensione umana al contatto con gli altri, Milka ha coinvolto gli ospiti della serata nel gioco ‘How to make friends’. Nonostante la pressione congiunta, infatti, di tecnologie che ci isolano fisicamente dagli altri, ideologie che ci isolano moralmente, innalzando competizione e successo dell’individuo a unico valore, il nostro cervello è ancora strutturato per interagire con gli altri e sentirsi più vicino a loro. Le nostre paure avrebbero ancora bisogno di essere placate dal senso di protezione che i corpi e la comunanza del gruppo donavano ai nostri antenati, unico modo per sopravvivere alle insidie della notte. 

     Questa mutazione a – sociale è una esperienza nuova e straniante per la maggior parte degli umani e li lascia inermi, travolti da una sensazione di terrore e abbandono nel proprio intimo, sempre più vittima della caccia al caprio espiatorio su cui riversare questo disagio e la rabbia che ne consegue.

Per Milka Panayotova , invece, questa realtà de – socializzata è semplicemente la ‘casa’ in cui è nata e cresciuta per questioni biografiche e dove, poi, ha scelto di vivere artisticamente come performer a cavallo tra: continenti, città, nazioni, sempre diversi, costretta costantemente a cambiare comunità di riferimento ma non accontentandosi  degli insufficienti succedanei on line e delle comunità globetrotter che interagiscono solo fra loro ma apprendendo come ritessere la tela della fiducia istantanea e profonda tra le persone, nei modi più naturali: dai bambini nei parchi- giochi o dai compagni di viaggio in una disavventura.
Molto attenta e attiva nello studio e nella sperimentazione, Milka Panayotova ha percorso la strada delle sensazioni e delle relazioni umane anche in occasione  della sua performance  al ‘Teatro in Bustine’, a cui, volutamente,  non ha presenziato, ma intervenendo alla conclusione, raccogliendo impressioni e valutando la spontaneità e il coinvolgimento  delle diverse situazioni.
Ai presenti è stato chiesto di coprire gli occhi con delle mascherine per non usare  la vista. Per la prima prova, a ciascun partecipante  sono state consegnate delle arance da passare ai propri vicini dell’uno o dell’altro lato. Il gioco sarebbe finito quando uno solo dei presenti avesse ricevuto tutte le arance. Il fatto più insolito che è emerso è stato il silenzio e il clima di attesa che ha coinvolto tutti con l’incapacità di vedere. 
La seconda prova richiedeva ai partecipanti di lavorare in coppia, chiudendo un pezzo di filo di lana, di una certa lunghezza e poi girarlo attorno alle dita e ai polsi reciprocamente, ottenendo figure geometriche diverse finchè la reciproca distanza fosse annullata. La terza prova, di nuovo con i partecipanti in coppie, prevedeva che uno dei due, a piedi scalzi e con gli occhi coperti, si affidasse alla guida dell’altro – il tutor – per sperimentare una camminata sulla strada pubblica, sul  marciapiede  o negli ambienti attorno.   Il reciproco scambio di ruoli ha arricchito l’esperienza sensoriale e tattile,  riscoprendo la fiducia sia nei propri sensi sia negli altri grazie ad una esperienza al tempo stesso sociale e solitaria, collettiva ma anche intima e personale;  sempre unica e diversa.
Con ‘How to make friends’, Milka Panayotova ha sviluppato, nello spazio del ‘Teatro in bustine’ un progetto multidisciplinare a cui si dedica da anni, finalizzato a costruire una interazione diretta tra pubblico e performer, spesso sfruttando le potenzialità del movimento, in situazioni di mancanza di approccio sensoriale, attivando percezioni altrimenti sopraffatte dall’abitudine e dalla quotidianità.

Lauretta  Vignaga