Rovigo, Veneto – Cos’è ‘bellezza’ in un volto femminile? Una domanda che coinvolge, in un modo o nell’altro, tutti coloro che si trovano davanti alle immagini della serie ‘Ri – tratti’, realizzate da Roberto Bottari, attualmente esposte nello spazio della RCE, Rovigo Fotografia, in via Porta Adige, 90, a Rovigo,  visibili fino al 21 dicembre.  Si tratta di elaborazioni di immagini tratte da riviste di moda o da uno dei tanti rotocalchi messi a disposizione delle donne che attendono il proprio turno nello studio del medico o nel negozio del parrucchiere. Una sperimentazione dai risultati curiosi e imprevedibili, effettuata, quasi sempre, su volti femminili,  per scoprire quello che, ipoteticamente, potrebbe celarsi sotto l’immagine patinata di una ragazza giovane e piena di vita che  sorride al futuro. Naturalmente, il supporto della foto o dell’ immagine non nasconde segreti, ma quale  reazione avrebbe  chi guarda se, ad una immagine in bianco e nero, fosse strappato il lembo che nasconde gli occhi e la parte centrale del viso mostrando il busto di una signora in abito di seta con i capelli raccolti all’insù?  Si chiederebbe quale dei due soggetti è l’originale. Quale il legame che le unisce. Superato il primo impatto, le sorprese continuano e non si tratta solo di ‘sdoppiamenti’ della personalità. L’immagine può diventare tripla, con altri occhi e altre espressioni che raccolgono quello che rimane di un volto sereno e luminoso. Ri -tratti  ‘mutilati’, sdoppiati, riassemblati con frammenti di provenienze diverse che, a volte, mescolano sacro e profano, adolescenza ed età adulta, maschile e femminile. Ci si domanda  fino a dove può arrivare l’abilità tecnica, la fantasia, la manipolazione della materia che appare come un gioco. Molti gli esempi che si susseguono, nessuno simile al precedente. Altri visi di donne  separati in due metà: l’una in positivo, l’altra in negativo. C’è la faccia di ragazzo fatta con i brandelli di un pallone da calcio cuciti insieme che, a bocca spalancata, urla incitando la propria squadra. Enigmatico il ritratto, diviso in tre parti,  di un giovane dagli occhi scuri e pensosi. I lineamenti non combaciano ma fanno supporre  la pofondità del pensiero.  E ci si ferma a riflettere su quello che sembra un puzzle: ci sono i volti di un ragazzo e di un giovane;  elementi  di un abito da sacerdote e paramenti sacri su cui si stagliano mani benedicenti  segnate dalle stimmate. Da un lato anche ciocche di capelli femminili che ricordano l’arte  del Rinascimento. Mescolanza di sacro e profano, di ricordi e di una lontana età dell’innocenza. Lo strappo che segue salva ben poco della foto originale: la mano destra incompleta, la bocca socchiusa lacerata a sinistra e capelli ricadenti sullo stesso lato, che accarezzano brandelli di manifesto che sostituiscono il viso. Accanto, la foto di una giovane  che mostra la lingua e  fa sberleffi a chi la guarda. Altri ‘Ri – tratti’  esibiscono strappi più complicati: sono stati appalottolati, strizzati, contorti, buttati via. Poi, recuperati, sono stati  confrontati per mostrare la differenza tra ‘prima’ e ‘dopo’ di una realtà che non c’è più. Lisciate e stese di nuovo, le facce dei protagonisti  del gossip internazionale esibiscono  lineamenti deformati, occhi storti e strabici, pieghe e rughe, bocche storte e avvizzite.  Accostato ad una fonte di calore, un viso si deforma,  gli occhi escono dalle orbite e le labbra, con il rossetto,  si allargano sulle guance e sul mento. Divorata dal fuoco, una faccia  spalanca gli occhi e la bocca. Un’altra faccia appare tagliata in due parti, ricongiunte a rovescio, Un’altra ancora mostra solo parte di un occhio e della bocca. Capricci d’autore  che raccontano la fragilità della bellezza e dell’essere umano. Ai visitatori il compito di riflettere o di sorridere; di commentare i risultati e, forse, di approfondirli. 

Lauretta Vignaga