Per l’ultima serata del Festival Biblico La  città diventa teatro

     Rovigo, Veneto –   Musica, poesia, danza, teatro e folklore hanno animato l’ultima serata del Festival Biblico 2019, trasferito negli spazi del CENSER per ragioni meteorologiche.  Una Kermesse che ha registrato una affluenza importante di spettatori di ogni età, curiosi di vedere e ascoltare; felici di divertirsi in compagnia. Un susseguirsi di proposte che  hanno coinvolto numerose  compagnie di teatro amatoriale del Polesine, supportate dal laboratorio artistico  del Festival Biblico di Rovigo. E ancora: gruppi di danza folk,  musiche, danze popolari,  poesie e filastrocche, fole e filò che rappresentano la storia dei  popoli e i cambiamenti fra generazioni.   II tutto con l’accompagnamento dal vivo del gruppo ‘Ande, Cante e Bali’. Poi, danze più attuali  con: ‘Urbantango’,  tracciato su Corte , con Giovanni Bovolenta e Tango Teacher, e  ‘Politgaber’, omaggio alla figura di Giorgio Gaber.
    Sempre gradite le proposte del teatro di prosa , di cui  si citano, fra diverse altre, : ‘La corte de le pignate, di Eugenio Ferdinando Palmieri; ‘Odio il Moro’ e ‘Scuoti la lancia’  – ‘The dark side’ – monologhi e rivisitazioni di opere ispirate alle tragedie di Shakespeare.  ‘El testamento de Menego’, di sapore tutto polesano,  a cui ha fatto da contraltare la commedia ‘I Pettegolezzi delle donne’, di Carlo Goldoni, tutta brio e colpi di scena.


Ad aprire il pomeriggio la presentazione dei video realizzati nell’ambito del progetto ‘Città segreta’
: storie, cronache, leggende nella Rovigo del Cinquecento, arricchite da performance artistiche e presentazione di eventi tesi a valorizzare luoghi e fatti storici del territorio.  Il primo video, in concomitanza con il Festival che si stava svolgendo in città, ha richiamato l’attenzione del pubblico  sul primo libro della ‘Genesi’, il testo che racconta  della creazione del mondo e dell’uomo.  Qui, a differenza della Bibbia, viene citata Lilith, uno dei miti più complessi dell’antichità.
Per le prime generazioni degli ebrei, Lilith era la prima moglie creata da Dio per Adamo ma, avendo lei rifiutato  di  obbedire al marito che pretendeva di sottometterla, fu ripudiata e cacciata dall’Eden. Si rifugiò tra i demoni del deserto e venne identificata come un demone notturno o una civetta che lancia il suo grido. Nel video proiettato,  la donna, plasmata con il fango, si aggira, all’inizio, felice fra le piante del giardino in cui Dio l’ha collocata, prendendo confidenza con il suo corpo. Poi la situazione cambia: la pelle diventa ruvida e si squama. Lilith tocca i suo corpo che si sta deformando e cade nella disperazione. Maledetta per sempre, fugge nel deserto a  nascondersi fra i demoni.
Nel secondo video: una ragazza giovane e bella  danza leggera sullo sfondo di una imponente costruzione di mattoni rossi. Addosso una tunica verde trattenuta da una cintura dorata. Appare  felice mentre piega il suo corpo e si risolleva lanciando in alto le gambe; ritorna quindi in posizione eretta e si piega  in un inchino. Un piccolo saggio di danza moderna regalato da Romina Zangirolami, danzatrice e coreografa che ha dato vita alla prima donna della storia .

Giunta la serata alla conclusione, torna la danza moderna e una coreografia espressiva e coinvolgente.  Protagonista, ancora una volta l’amore che si risolve in tragedia. Sulla scena, Paolo Malatesta e Francesca Da Polenta nella versione teatrale di Gabriele D’ Annunzio.
Data in moglie a Gianciotto Malatesta, brutto, orbo, zoppo, vecchio e gobbo, ma sostituito all’altare da Paolo, giovane e aitante fratello di Gianciotto, Francesca si accorge dell’inganno solo a nozze consumate. Tra i due, però, sboccia presto la passione.  Luogo dei loro incontri una stanza arredata con una pila di libri ‘ per diletto’,  su cui troneggia un vaso di basilico dalle foglie profumatissime. Un presagio di morte dato che la pianta viene, di norma, tenuta nelle case in cui c’è un defunto. La danza, preparata da Romina Zangirolami e interpretata da Giannalberto de Filippis e Simona Argentieri, inizia con i timidi approcci dei due amanti;  le loro paure e ritrosie; combattuti tra la voglia di toccarsi e abbracciarsi e la consapevolezza di un tradimento che non troverà misericordia.  Con movenze armoniose, Francesca prende in mano un libro, lo sfoglia e lo mostra a Paolo: è la storia d’amore tra Lancillotto e Ginevra. Trascinati da quelle effusioni i due amanti si abbandonano l’una nelle braccia dell’altro; verranno trafitti insieme dalla spada di Lancillotto.

Lauretta Vignaga