Mostra di pittura di Giancarlo Brancalion

Lendinara, Rovigo, Veneto –  ‘Sull’onda delle emozioni’, la prima
mostra di pittura di Giancarlo Brancalion, è stata inaugurata, sabato
20 aprile, nella Casa Albergo per Anziani di Lendinara, dove rimarrà
allestita fino a domenica 28 aprile.
Artista di grande sensibilità,  amante della natura e del paesaggio,
Giancarlo Brancalion  ha scelto per la sua esposizione un titolo che
parla di emozioni :  quel moto improvviso del cuore  che  ci coglie
davanti alla magia della luce che si diffonde  sulla terra al nascere
del giorno.  Emozione è anche  il sorriso che fiorisce sulle labbra
quando fra l’erba scopriamo le prime viole di marzo; ed emozione è il
piacere che ci regala l’abbraccio  dell’ultimo sole d’ estate.
Nato a Rovigo,  territorio del Parco del Delta del Po,  Giancarlo
Brancalion, Gianki, per gli amici, è da sempre innamorato di questa
terra creata dall’acqua e dal lavoro dell’uomo.  L’arte, passione
della sua vita, si manifesta in maniera spontanea, da autodidatta, nel
1990, con incisioni artigianali su lastre di rame e la tecnica del
cesello.  L’avvicinarsi del pensionamento cambia del tutto la sua
vita. Giancarlo può, finalmente, dedicarsi  alla pittura,
approfondirne le tecniche,  migliorare l’esecuzione e arricchire la
sua personalità.
La pittura acrilica e lo stile figurativo sono  le modalità che
preferisce , pur se non tralascia la natura morta, la pittura di
paesaggio e l’astrattismo. A sostenere la sua creatività è soprattutto
l’immaginazione; le atmosfere  che invitano alla meditazione o evocano
suggestioni dove presente e passato si incontrano sulle rive del
‘Grande Fiume Po’ o  sulla soglia di un casolare abbandonato che
custodisce  voci e risonanze di primavere lontane. Quello che colpisce
nelle sue tele, fin dal primo sguardo,  è il loro ‘essere vere’,
reali, piene di poesia; capaci di indurre il visitatore a fermarsi per
osservare meglio la scena e i suoi particolari;  appropriarsi  della
luce e dei colori che scandiscono il passare dei giorni e delle
stagioni.

Ad accogliere  i visitatori della mostra  sono le tele ispirate al
Polesine e al tema dell’acqua: ricorrente  la nebbiolina d’autunno
che, all’alba, accoglie i cacciatori nelle botti  e i pescatori,
immobili, sulle rive dei canali, in attesa delle prede. Piene di
realismo le immagini dei barcaioli che remano fra scanni e piccole
insenature, costeggiando le rive su cui si trovano i ‘ casoni di
valle’, punti di sosta e ristoro per cacciatori e pescatori.
Particolarmente suggestiva l’opera con i pioppi dai rami spogli
coperti di neve che si scioglie in un rigagnolo dove il cielo e la
terra si rispecchiano. Accanto, ci sorprende piacevolmente una scena
dalla doppia prospettiva; un quadro  nel quadro che ci accoglie nel
soggiorno di una abitazione  illuminata dalla luce di una plafoniera
appesa al soffitto. In primo piano, la finestra spalancata e una ricca
composizione di fichi che mettono in mostra la polpa zuccherina,
rossi melograni  e pannocchie. Oltre il davanzale, lo sguardo si perde
nella golena, tra terra e acqua.

Passando oltre, ci troviamo immersi nel fascino e la magia della
laguna veneta e di Venezia. Quadri che offrono  atmosfere sognanti
d’acqua increspata da una brezza leggera, mentre le prime luci
dell’alba guizzano rosee fra i canali e sotto i ponti, cullando le
gondole addormentate.  Straordinaria l’immagine dell’isola di San
Giorgio e della ‘Punta della dogana’ che appaiono di lontano. Cupole,
chiese e campanili sembrano galleggiare sul pelo dell’acqua. Dalla
parte opposta, lo scorcio di un campiello che delimita un’alta
costruzione di mattoni rossi in tipico stile veneziano.
Sono piccoli capolavori le due tele che vediamo subito dopo. La
prima ispirata all’arrivo della notte e al buio incipiente,
contrastato solo dalle luci che brillano squarciando il buio dalle
minuscole finestre sul fianco della chiesa  che emerge  sul lato
opposto. La seconda ha per soggetto l’isola di San Giorgio e la punta
della dogana, che sembrano galleggiare  nell’azzurro tenue di cielo e
mare. Di fronte, alcune gondole nere emergono sul rosso cupo di una
tipica casa veneziana. Subito dopo, luce, colori e l’ allegria di due
vasi colmi di fiori  in una giornata estiva,  tra  case, campielli,
ponti e ‘sotoporteghi’ . Conclude questo secondo gruppo di dipinti lo
scorcio di un paese di pescatori sulla costa dalmata dell’Adriatico.
Un tripudio di luce e colori che, dalle case, si spande alle tende
delle bancarelle  e  al fasciame delle barche da pesca in sosta nel
porticciolo, raddoppiato dall’azzurra trasparenza dell’acqua
cristallina.

L’esposizione si conclude con cinque ritratti di donne. Non le
creature che incontriamo quotidianamente per le vie e le piazze delle
nostre città. Donne che sembrano appartenere ad una civiltà e ad un
secolo diverso. Persone eleganti, curate  nei gesti e
nell’atteggiamento. Riservate e nello stesso tempo gentili e
affascinanti, com’erano le donne della buona borghesia  di un  tempo
che non c’è più. Apre la sfilata una ragazza giovane e pensosa che
cammina in riva al mare. Camicetta leggera e senza maniche e  gonna
rossa sotto il ginocchio che lei cerca di trattenere contro le folate
dispettose del vento.  I capelli scompigliati  ricadono sulla fronte
ma non la disturbano. La brezza  le comunica il piacere di sentirsi
libera  come i gabbiani che volano intorno.
Seguono i ritratti di due signore di gran classe: tailleur blu e
camicetta bianca a maniche lunghe per entrambe e per entrambe un
elegante cappello blù. Piccolo e con la veletta per la prima; bianco e
blù, a falda larga per la seconda.  La prima sta appogiata ad una
cassettiera; il viso, triste, è piegato in avanti e la mano sinistra
stringe una rosa rossa fra le dita.  La  delusione  le ha ferito il
cuore. Al contrario, la signora  della tela accanto se ne sta seduta
a fissare negli occhi  chi le passa davanti. Il cappello  copre la
fronte altera e la sua forza di volontà  è determinata  a prevalere.
Giovane e bellissima, la quarta ragazza e stata definita: ‘La
primavera’. I capelli lunghi e neri  fanno massa attorno al viso
mentre  un grazioso uccellino  svolazza  attorno  attratto dai
bagliori di  un orecchino dorato a forma di foglia.   Orgogliosa, e
decisa a farsi notare, l’ultima  giovane della serie indossa un
cappello ampio, ben calzato sulla fronte e la cupola  ornata di fiori
rossi, colore che richiama un grosso mazzo di fiori appoggiato sulla
panchina dove la ragazza sta seduta. Gli  occhi scuri guardano
attorno minacciosi in cerca del bell’imbusto che la sta facendo
attendere invano.

Lauretta Vignaga