Rovigo, Veneto – E’ fissata al 2 giugno la chiusura delle prestigiose mostre: ‘Il Novecento recente’, opere dalle collezioni della Fondazione Cariparo, allestita a Palazzo Roncale, e  ‘ Terra semz’ombra’, mostra fotografica di Pietro Donzelli dedicata al Delta del Po negli anni Cinquanta, ospitata a Palazzo Roverella. 
   La prima, ‘Il Novecento recente’, è finalizzata alla ricerca sui decenni seguenti la seconda guerra mondiale, quando Padova divenne centro di sperimentazione artistica a livello europeo. Quattro gli ambiti specifici indagati: ‘Il Gruppo N’, Enrico Castellani, Concetto Pozzati e Bruno Munari, tre personalità straordinarie e una compagine di giovani artisti che, nel ’59, sottoscrissero il Manifesto del Gruppo N. dove si affermava che ‘N’ distingueva un gruppo di disegnatori sperimentali uniti dalla esigenza di ricercare collettivamente. Creare un’arte impersonale che al singolo anteponesse il collettivo. Molteplici le teorie perseguite da: Alberto Biasi, Ennio Chiggio, Toni Costa, Edoardo Landi e Manfredo Massironi, i cinque fondatori rimasti dei nove originari: l’avvicinamento a norme visuali e percettive influenzate dai fenomeni studiati dalla psicologia della Gestalt ; l’idea di una ricerca artistica che annulla la distanza tra l’opera e lo spettatore; la negazione dell’opera d’arte come oggetto unico e irripetibile e il principio di libera producibilità del lavoro stesso. E’ dalle opere di questi protagonisti che prende avvio il percorso espositivo.
Si passa, quindi, a Enrico Castellani, nato a Castelmassa nel 1930, tra i grandi animatori dell’arte italiana negli anni Sessanta, precursore delle indagini ottiche in ambito cinetico e optical.  Come altri artisti del tempo, Castellani lavora direttamente sulla superficie del quadro senza usare il colore. Le sue tele monocrome sono animate da estroflessioni  e introflessioni minime, dal carattere seriale, che l’artista realizza con chiodi e assi di legno applicati sul retro della tela, producendo effetti tridimensionali. In mostra il trittico ‘Struttura’, del 1972.
Concetto Pozzati – Vò, Padova, 1935 – dopo l’inizio informale, dalla fine degli anni Cinquanta segue un percorso verso una pittura di orientamento pop volgendosi a immagini comuni, icone di massa, protagonisti illustri dell’ arte del passato, alternando reale e illusorio e allestendo composizioni che richiamano la cartellonistica pubblicitaria.
  Bruno Munari – Milano, 1907 – è presente in mostra con due opere ispirate alla identificazione di una ‘curva limite’ in grado di occupare l’intera superficie di un quadrato, seguendo la definizione del matematico italiano Giovanni Peano. Munari realizza delle tele dal formato quadrato, suddivise in partiture cromatiche la cui ripetizione, a livello percettivo, assume una conformazione simile a un caleidoscopio dove l’elemento cromatico acquisisce una potenzialità dinamica mai avuta prima.
‘Terra senz’ombra’, la mostra di Pietro Donzelli a Palazzo Roverella, è un viaggio nella storia e nella fotografia d’autore. Oltre 100 le foto in mostra, molte delle quali del tutto inedite. Immagini con cui Donzelli ha saputo raccontare e documentare la realtà del rapporto dell’uomo con il fiume nei momenti di calma e in quelli terribili della rotte che hanno distrutto e devastato ambiente e territorio, fatiche e sudore di uomini e di donne. Accanto al fiume e al lavoro dei contadini, il mare e il lavoro dei pescatori, la vita di ogni giorno e i momenti di  svago, il rapporto con la natura e la forza di ricominciare. Uno straordinario esempio di fotografia documentaria arricchita dalla  presenza delle tappe del progetto, da scritti dello stesso Donzelli e composizioni fotografiche con rime di Gino Piva, geniale poeta polesano.
Lauretta Vignaga