Feste e maschere a Venezia. Mostra fotografica di Dario Barin

Ogni sestiere – ciascuna delle 6 parti in cui era divisa Venezia – aveva un protettore e le feste venivano organizzate in date diverse. La peste cancellò tutto questo e barche e gondole furono dipinte di nero. L’arrivo di Napoleone cancellò ogni festa e la cosa si protrasse anche con l’arrivo degli austriaci. La belle E’poque spostò i festeggiamenti negli alberghi di lusso, finchè, nel 1850, “La compagnia della Calza’ riportò in auge le feste, ma per attirare i turisti, diventando solo un pretesto per mettersi in costume. Era il doge che dava il permesso di sfilare mascherati e in costume e queste manifestazioni assunsero valore culturale per le diverse etnie e scuole sostenute dalle diverse Confraternite. Le feste vere e proprie si svolgevano nelle diverse isole e coinvolgevano soprattutto i bambini. Gli ultimi ad arrivare per fare festa sono stati gli stranieri. Oggi al Carnevale non ci sono più i personaggi della Commedia dell’arte o i privati cittadini che si pavoneggiano nei loro strabilianti costumi. Ci sono solo maschere che coprono un’altra maschera senza significato” – ha concluso l’ospite del Circolo.
Lauretta Vignaga
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